Testi per celebrare

XIX domenica del Tempo Ordinario B – 2024 –

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – B

 

«Alzati, mangia!»

 

  • La Parola di Dio continua a guidarci in queste Domeniche (dalla 17ª alla 21ª del Tempo Ordinario – B) nell’approfondire il discorso sul Pane di vita (Gv 6). Oggi siamo invitati a soffermarci su un aspetto particolare: l’efficacia di questo pane. Che ci sia del pane e che se ne possa mangiare è cosa importante ma non primaria: ci si potrebbe cibare anche di altro. Esso diviene indispensabile quando è l’unico efficace a farci vivere, quando addirittura questo pane non ci farà morire. Solo questo pane risponde alla vera attesa dell’uomo, la vita eterna!
  • La “vita nuova” che Gesù dona fa crescere i credenti nella loro dimensione di fede e nel loro cammino di umanizzazione. L’Eucaristia è offerta oggi come impegno a riportare Cristo al centro della storia. Lui è il Verbo, la Parola di Dio che, nell’Eucaristia, si pone al centro della storia come culmine e fonte. Tutto in lui si ricompone perché tutto fu creato per mezzo di lui e a lui tutto ritorna.
  • La fede è grazia, come l’amore. Se accolti, possono rendere ogni gior­no “nuova” la nostra esistenza, se rifiutati la privano di luce e di calore. Ge­sù, che si presenta a noi come “pane di vita”, non vuole con­vincerci con argomenti “di ragione”, ma interpella mente e cuore per una risposta libera e liberamente vincolante. Ciò che Gesù dice di sé stesso può persino urtare la nostra sensibilità. Se, però, accogliamo la sua parola senza precomprensioni razionalistiche e senza pregiudizi, essa può rispondere ai nostri bisogni profondi, più di ogni altra offerta di questo mondo.
  • Per arrivare a Dio, Elia, come ogni uomo, sperimenta la generosità di Lui: gli sono offerti pane e acqua a sazietà. Anche noi dobbiamo mangiare il Pane sotto il cui segno Gesù ci viene vicino, ci invita e desidera farsi nostro cibo. Con la sua forza potremo incontrare Dio sulle nostre strade e i fratelli, sua trasfigurazione.
  • I segni della presenza di Dio accanto al suo popolo in cammino nel deserto furono particolarmente due: il pane venuto dal cielo (manna) e l’acqua scaturita dalla roccia: sono anche i segni attraverso i quali Dio fa sentire la sua presenza efficace al suo fedele profeta (Prima Lettura). Gesù, sacramento vivente del Padre in mezzo agli uomini, lascia un segno che non è soltanto indicativo della presenza, ma efficace di essa.
  • Nel 6° capitolo del Vangelo di Giovanni è possibile distinguere una doppia prospettiva: quella degli ascoltatori diretti di Gesù, per i quali il discorso riguarda soprattutto la fede e l’accoglienza di lui, vero pane del Cielo, e quella dei contemporanei dell’evangelista, per i quali il discorso di Gesù ha un trasparente significato eucaristico. Giovanni scrive dopo aver vissuto la prima esperienza delle Comunità cristiane; quindi, dopo che l’abitudine di riunirsi per celebrare la Cena eucaristica si era già stabilita fra i primi credenti. La sua prospettiva, perciò, è già il riflesso di una prassi sacramentale in uso; è chiaro, allora, che le parole e gli eventi dell’esistenza di Gesù sono letti con una pienezza e ricchezza di prospettive che non erano possibili il giorno nel quale gli apostoli avevano sentito parlare per la prima volta di “Pane di vita”. Il v. 35: «Io sono il pane della vita» ci fa pensare immediatamente all’Eucaristia. Inoltre, «il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo», con la sua profonda somiglianza a Lc 22,19 («Questo è il mio corpo che è dato per voi») e a 1 Cor 11,24 («Questo è il mio corpo, che è per voi…»), ha tutta l’apparenza di essere la forma dell’istituzione eucaristica propria di Giovanni.
  • Nel racconto di Giovanni la fede in Gesù sta sempre in primo piano, ma essa è vista in rapporto ai segni attraverso i quali si rende visibile. Fede e Sacramenti della fede sono ormai inseparabili. La fede esige il Sacramento e il Sacramento è incomprensibile al di fuori della fede. Al centro sta il tema della “vita”, il tema, cioè, della realizzazione piena dell’uomo. Cristo è venuto a realizzare questa vita: è la stessa vita del Padre suo, vita eterna, senza fine. L’uomo la cerca ma non riesce a trovarla o la trova solo “provvisoriamente” e solo momentaneamente riesce a saziare la sua fame. Cristo solo riesce a sfamare “totalmente”, perché «questo è il pane che discende dal cielo». Chi ne mangia non muore.
  • Il Pane eucaristico segue le leggi del pane casalingo offerto dal padre di famiglia ai suoi. Il pane acquista significato perché qualcuno lo ha fabbricato, qualcuno lo ha guadagnato, qualcuno lo mangerà. I genitori procurano il pane, il cibo, i vestiti, con il proprio lavoro. Essi sono “pane di vita” per i loro figli, non soltanto perché hanno dato loro la vita, ma perché, in qualche modo, sono continuamente “mangiati” dai loro figli. Dando il pane, frutto del loro lavoro, il padre e la madre possono in qualche modo dire: «Questo pane è la mia carne data per i miei figli», mentre i commensali che partecipano a questo pane, partecipano, in qualche modo, alla vita stessa di chi loro lo dona. Se genitori e figli possono dare al pane un significato così profondo, perché Gesù non potrebbe dare al pane un significato e una realtà tutta nuova, al livello della profondità di tutto il suo essere e farne, così, la partecipazione della sua vita con il Padre e il segno efficace della sua intima presenza e comunione con coloro che in lui credono?
  • L’esperienza serena del pasto familiare e la scoperta dei profondissimi significati umani che sono nascosti nelle espressioni e nei gesti quotidiani che la famiglia compie quando si siede a tavola, sono la strada più semplice e, catechisticamente, più valida per introdurre ad una comprensione ricca ed autentica dell’Eucaristia. Mangiare il Pane di vita significa credere in Gesù, unirsi a lui, per essere una sola cosa con lui. Sotto i segni del pane e del vino condivisi, Gesù si rende presente a noi e ci da la possibilità di vivere in lui, di comunicare, cioè, alla sua vita nello Spirito Santo. I doni che avevamo presentato al Padre nel rito delle offerte, ci vengono da lui restituiti come “Pane del cielo”, come pegno di vita eterna, nel momento della Comunione eucaristica.
  • Nella preparazione dell’intera Liturgia il celebrante abbia cura di accordare una importanza tutta particolare al momento della Preghiera Eucaristica e ai Riti di Comunione. Per questo cerchi di avere una decisa attenzione nel suddividere in modo equilibrato il tempo da dedicare all’omelia e quello da dedicare agli altri momenti dell’azione celebrativa, che talvolta vengono adempiuti frettolosamente.

TESTI E MATERIALI

RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE

** Riti di Introduzione con Atto penitenziale XIX TO B Riti Introduzione

** Riti di conclusione XIX TO B Riti conclusione

SALMO RESPONSORIALE

** prima proposta, da Psallite

partitura Salmo XIX TO B Psallite Pantaleo

audio

** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo XIX TO B LD

** terza proposta, dal m° Impagliatelli

partitura Salmo XIX TO B Impagliatelli

audio

 

PREGHIERA DEI FEDELI

** prima proposta XIX TO B Pdf 1

** seconda proposta XIX TO B Pdf 2

** terza proposta XIX TO B Pdf 3

** da Orazionale CEI Pdf XIX TO OR CEI