Testi per celebrare

XIV Domenica del Tempo Ordinario – C – 2025

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – C

La Chiesa annunci la venuta del tuo regno

 

 

  • La Liturgia di questa Domenica si presenta incentrata all’interno di un verbo: «Rallegratevi». È questa la chiave: la croce è il criterio dell’esistenza cristiana, la croce è il metro con cui misurare le scelte, le azioni e i gesti quotidiani. Questo itinerario è narrato da Luca lungo la strada che i discepoli percorrono con Gesù verso Gerusalemme. È lungo questa strada che l’evangelista introduce il tema della missione. Gesù invia coloro che lo seguono, ossia i Settantadue, facendo sì che la missione diventi intrinseca alla sequela. Ne esce l’immagine di una Chiesa tutta missionaria, ed è missionaria perché segue Gesù. È un appello rivolto a tutti i battezzati, in chiave universalistica.
  • La fede cristiana è essenzialmente missionaria. Ogni cristiano, in forza del Battesimo, è chiamato a testimoniare con la vita la propria fedeltà al Vangelo, sulle orme del Maestro, «il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui» (At 10,38). L’impegno della comunità dei discepoli si pone in continuità con la missione del Signore: proclamare il Vangelo della salvezza e indicare la prossimità del regno di Dio.
  • La misericordia di Dio arriva agli uomini attraverso la testimonianza di coloro che l’hanno conosciuta nella propria persona. La fede, se autentica, diventa necessariamente missione. La Chiesa cristiana è per natura missionaria, questa è la sua essenza: essere discepoli di Gesù, infatti, vuol dire mettersi al servizio del Regno di Dio. Cristo chiama per mandare a portare questo annuncio di speranza. La missione dei 72 discepoli, di cui parla il Vangelo di oggi, offre una immagine della Comunità cristiana missionaria e del compito che nel Battesimo tutti riceviamo.
  • Cristo chiama per mandare. Infatti, manda i suoi discepoli per “annunciare” che il Regno di Dio è vicino. L’uomo aspira alla pace ma fa la guerra; l’uomo vuole essere amato ed amare, ma di fatto molte volte non è amato e non ama. L’uomo vuole la giustizia, l’uguaglianza, ma commette ingiustizia, produce strutture ingiuste ed oppressive. L’uomo, nella profondità del suo essere, è ricerca del Dio vivente, ma produce idoli morti, nega e rifiuta la Sorgente. L’uomo vuole la vita a tutti i livelli in pienezza, senza fine, e invece incontra la malattia e la morte. Il discepolo di Cristo annuncia che le contraddizioni più amare dell’esistenza saranno risolte, che le aspirazioni più profonde dell’uomo saranno realizzate, per l’intervento gratuito di Dio, in un modo inatteso e inaudito, riportando vittoria completa sul male. Ciò che all’uomo è impossibile, è possibile a Dio (Prima Lettura). La salvezza viene annunciata e realizzata in un mondo dominato dalla logica del peccato. Per questo la salvezza ha un momento negativo: la liberazione da tutte le forze demoniache che alienano l’uomo da sé stesso e da Dio (Vangelo). Questa salvezza non sarà realizzata, però, di colpo. Il male non sarà vinto immediatamente. Non sarà combattuto con armi potenti, mediante il potere, come pensavano gli Ebrei.
  • Il messaggero della salvezza si trova fra queste forze demoniache, “è come un agnello in mezzo ai lupi”: non c’è missione senza persecuzione, senza sofferenza, senza croce. La croce è la “gloria” del missionario e di ogni cristiano (Seconda Lettura) perché lo pone in una esistenza nuova. La croce per il Regno di Dio, accettata con amore, è il segno della vittoria sul male e sulla morte. Per il cristiano la certezza della sua risurrezione riposa nel fatto che egli è crocifisso dalla prova e dalla contestazione. La prova non è, per san Paolo, solo un’ascesi, una occasione di vita morale e neppure una semplice imitazione della croce di Gesù, ma è il luogo della speranza e della profezia del Regno che viene, e che i messaggeri del Vangelo proclamano con la parola e con la vita, per confermare che il mondo nuovo è già iniziato e che è possibile. Alla logica del mondo vecchio oppongono la logica di Dio. In un mondo di lupi, dominato dall’aggressività, la loro presenza è condanna radicale della violenza bestiale. In un mondo in cui l’uomo è il denaro che ha e gli abiti che porta, essi vanno vestiti da poveri, senza portafogli e bagagli, contenti della ospitalità che ricevono. La vicinanza del Regno li dispensa dal preoccuparsi per il loro avvenire terrestre: la loro povertà ha un significato profetico, come anche la cura dei malati. Il segno che il Regno di Dio è presente è il fatto che l’uomo è liberato dal peccato e dalle sue conseguenze. Questa liberazione è, però, lenta e richiede per essere attuata sofferenza, morte e pazienza. Non è una liberazione trionfale come la sognavano gli Ebrei del tempo di Gesù.
  • L’annuncio di salvezza cristiano è uno dei tanti segni presenti nel mondo contemporaneo. Ciascuno dei blocchi in cui è divisa l’umanità possiede la propria visione della storia e dispone di una potenza straordinaria di pubblicità e di propaganda per far conoscere agli altri la sua buona novella di salvezza. La Chiesa, invece, si presenta a dare l’annuncio con mezzi poveri. Se lo fa sotto l’aspetto di “potenza” è rigettata dall’uomo moderno. Ma il suo messaggio, strettamente religioso, parla a una mentalità prevenuta. Gli uomini del nostro tempo considerano come un’alienazione il ricorso al Dio che salva. Della Chiesa accettano soltanto più un ideale morale di fraternità universale, messo al servizio dell’uomo nel combattimento che sta conducendo per la giustizia e per la pace. Questa situazione è motivo di turbamento per il cristiano consapevole che la Buona Novella della salvezza, acquisita in Gesù Cristo, non potrà mai ridursi ad un ideale morale di fraternità universale. Che fare allora? Mettere a tacere l’autentico Vangelo in attesa di giorni migliori? Non è possibile! Ma se non può tacere la Parola, dove, quando e come proclamarla oggi? Quello che il Signore ci chiede è la fedeltà a lui, al suo messaggio e al suo stile d’annuncio. Non ci assicura il successo.
  • Se la vocazione a seguire Gesù è invito ad uscire dalla propria famiglia e dalle proprie sicurezze, essa è subito invio ai fratelli. Non si è espropriati per vivere per sé stessi! La missione è connaturale alla sequela di Gesù: come il Padre ha mandato lui, così lui manda noi. La missione è per esorcizzare il mondo, far arretrare il male e costruire il Regno di Dio, dove stabile è la giustizia, cioè la santità e l’amore. La missione può subire rifiuti e ostacoli che ne ritardano l’efficacia. Il discepolo di Gesù, riconciliato con Dio, va a chiamare alla riconciliazione tutto e tutti. La missione della Chiesa è per questo: supplicare tutti di lasciarsi riconciliare con Dio (cfr. 2 Cor 5,20). Per essere “servi della riconciliazione” bisogna essere riconciliati e nella pace. Molte sarebbero le conseguenze di tutto ciò! Tra i settantadue inviati, numero simbolico dei popoli pagani, possiamo considerarci tutti perché tutti mandati a dire: «È vicino a voi il Regno di Dio!» (Lc 10,9). Inoltre, il comando non è solo quello di annunciare, ma anche di guarire i malati come segno che il Regno di Dio si è fatto presente. È con tale fede che anche in questa Domenica celebriamo e annunciamo il Vangelo, rallegrandoci che i nostri nomi sono scritti nei cieli.
  • Notiamo come ricorre in queste Domeniche l’attenzione alla croce; anche oggi essa, a partire dalla Seconda Lettura, è posta dinanzi ai nostri occhi come vanto. Come l’apostolo, tutti portiamo in qualche modo i segni della passione del Signore nel nostro corpo. Perché siano segni di vita e non di morte chiediamo nell’Eucaristia lo Spirito del Signore. Dentro la Comunità, dentro la Chiesa troviamo consolazione e forza anche nella solidarietà e nella preghiera dei fratelli e delle sorelle.
  • Il discepolo per il Regno segue e ricalca le orme del Cristo, ne condivide la sorte: è l’uomo della croce. Non c’è, infatti, missione senza persecuzione, senza sofferenza. Il principe di questo mondo metterà ostacoli all’annuncio. Lo Spirito Paraclito difenderà “Cristo anche da noi stessi” quando saremo noi, con le nostre scelte, i nostri pensieri, i nostri atteggiamenti, ad ostacolare il Regno. Attorno a noi e in noi c’è il male, la sofferenza dovuta all’ingiustizia, la morte dovuta all’egoismo: ma su tutto ciò Cristo ha riportato la sua vittoria. Noi possiamo partecipare a questa vittoria nella Celebrazione Eucaristica. Ma perché essa sia reale, dobbiamo vivere la vita di Cristo, credere alla sua vittoria finale sulla morte.
  • La convocazione settimanale per celebrare l’Eucaristia mette in evidenza come il farsi della Chiesa non è né istantaneo, né automatico. Necessita di un impegno costante, di riprese continue. E’ utile sottolineare questo aspetto per rimotivare il senso della partecipazione settimanale all’Eucaristia.
  • Si preferisca indiscutibilmente la forma “integrale” della pagina evangelica proposta dal Lezionario. Il caldo, le vacanze e quant’altro non permettono sconti alla Parola di Dio!!!
  • I canti scelti sottolineino il valore della chiamata, l’esigenza della missione, l’apporto che l’Eucaristia celebrata e accolta consegna per l’impegno alla missione dei battezzati.
  • La ministerialità all’interno della celebrazione sia indicata come risposta concreta al servizio dei fratelli e della Comunità.
  • Il congedo sia collegato alla sottolineatura dell’invito alla missione. Sarebbe opportuno indicare alcuni impegni di urgenza pastorale nella Comunità, invitando le persone sensibili a rendersi disponibili per il servizio… soprattutto in vista dell’accoglienza di coloro che nei nostri territori vengono a trascorrere il tempo delle ferie, prestando anche particolare attenzione a coloro che saranno più soli, perché impossibilitati a spostarsi per le vacanze.

TESTI E MATERIALI

 

RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE

** Riti di Introduzione con Atto penitenziale XIV TO C Riti introduzione

** Riti di conclusione XIV TO C Riti di conclusione

SALMO RESPONSORIALE

** prima proposta, da Psallite

partitura Salmo XIV TO C Psallite

audio

** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo LD- XIV domenica ordinaria C

** terza proposta, dal m° Impagliatelli

partitura Salmo XIV TO C Impagliatelli

audio

 

PREGHIERA DEI FEDELI

** prima proposta XIV TO C Pdf 1

** seconda proposta XIV TO C Pdf 2

** terza proposta XIV TO C Pdf 3

** da Orazionale CEI Pdf OR CEI XIV TO