PRIMA DOMENICA DI AVVENTO – B
Inizio dell’Anno liturgico
Attendiamo vigilanti la gloriosa venuta di Cristo tuo Figlio
- È «sempre tempo di avvento»!, come recita la Ballata della speranza di David Maria Turoldo (da O sensi miei…), un testo che esprime in modo poetico, intenso e orante lo spirito del tempo di Avvento. Infatti, celebriamo sempre «nell’attesa della tua venuta», come preghiamo durante la preghiera eucaristica. La Bibbia si conclude con la promessa di Gesù: «“Sì, vengo presto!”. Amen. Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22,20).
- Ogni Anno liturgico inizia con il tempo di Avvento e questo non è casuale poiché lega strettamente il tempo della Liturgia che è sempre un “oggi” della salvezza, con i tempi degli uomini scanditi da orologi e calendari. Potremmo sintetizzare che “il nostro problema” sia proprio vivere il tempo. La grammatica dell’Avvento ci pone davanti a parole ed esperienze come: tempo, durata, attesa, promessa, speranza-disperazione, pazienza, compimento. Ma sono addirittura il senso della Liturgia e l’intera esperienza della fede ad essere innervati da queste parole. L’orazione dopo la Comunione sintetizza tutto questo: «La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga…». Da una parte l’inizio dell’Anno liturgico e dall’altra la conclusione dell’anno civile costituiscono il momento adatto per un’attenzione alla dimensione escatologica della fede. Ci ricorda spesso papa Francesco: «Non lasciamoci rubare la speranza!» (Evangelii gaudium, 86). È bene prendere sul serio questa accentuazione propria dell’Avvento e avere il coraggio di impegnarsi in una riflessione sulla speranza.
- Nell’Anno liturgico Cristo, Figlio di Dio, sta all’inizio (Natale), è al centro della storia (Pasqua), ci sarà alla fine (Cristo Re dell’universo). La traduzione letterale del termine “avvento” significa “venuta”. In questo contesto si coglie subito una compenetrazione di presente e di futuro: l’esistenza è già data ed è sempre da ricevere. Si celebra la memoria dell’incarnazione del Verbo di Dio, che è già avvenuta nel passato, è presente nell’oggi, permane nel futuro e si compirà ritornando sulla terra. Dio assicura la sua presenza, viene a noi e arriva per noi, sempre più si “abbassa” in modo da raggiungerci. Si rivela attraverso il creato, poi diventa Compagno di viaggio per Israele, parla attraverso i profeti, infine mostra al mondo il suo volto umano in Gesù fattosi carne. Il “venire di Dio” si realizza, in modo speciale, nell’assemblea riunita per la preghiera comunitaria: «Dove due o più persone si riuniscono nel mio nome, io sono presente in mezzo a loro», in ogni Sacramento celebrato dalla Chiesa e nell’uomo che soffre e che ama.
Abitualmente, quando si parla di Avvento, si pensa al periodo di preparazione al Natale. La Liturgia della Prima Domenica richiama alla vigilanza perché Cristo può ritornare sulla terra in qualsiasi momento. In genere, si parla poco del ritorno glorioso del Signore pur essendo una costante della vita cristiana: «State attenti, vegliate, perché non sapete quando è il momento» (Mc 13,33). Il pensiero e la consapevolezza del ritorno di Cristo evitano il rischio di chiudersi nel presente e in ogni tipo di egoismo. La vita odierna, con tutte le sue gioie e i suoi dolori, è “penultima” e non costituisce la fase definitiva. Ogni figlio di Dio è un pellegrino e, camminando, vive questa consapevolezza: Cristo è già con noi, ogni giorno, fino alla fine dei tempi; Lui è già presente e attivo nella storia dell’umanità. Noi non aspettiamo la fine del tempo, ma il ritorno di una precisa Persona. Illuminanti, in tal senso, le parole di A.M. Besnard: «Un cristianesimo che diventa insensibile all’attesa del ritorno di Cristo perde tutto il suo mordente… Non si può vedere proprio in questa lacuna una delle spiegazioni fondamentali dell’attuale scarsa vitalità del cristianesimo in molti di coloro che lo professano? Sono cristiani a causa di un certo passato, ma non a causa di un certo avvenire». Il ritorno del Signore coincide con la sua manifestazione piena: in quell’occasione tutti gli uomini saranno giudicati sull’amore. La parabola di Matteo 25,31-46 (ascoltata Domenica scorsa) indica il modo in cui stare svegli per attendere il Signore: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero malato e mi avete visitato…». Occorre saper riconoscere Gesù nei fratelli e sorelle che sono affamati, assetati, nudi, ammalati, forestieri. La vigilanza consiste nell’ascolto della Parola che spinge ad aprirsi al fratello che è dimenticato, prendendolo a cuore. Accogliere il Signore oggi significa in modo particolare aprire il cuore, la casa, le strutture sociali ed ecclesiali a coloro che fuggono dai propri Paesi perché non hanno lavoro o perché la loro vita è esposta a tiranni che ledono ogni libertà e giustizia… Il Signore assicura un ritorno in cui libererà tutta l’umanità: l’amore e la giustizia trionferanno.
TESTI E MATERIALI PER CELEBRARE
PER COMPRENDERE E CELEBRARE
** Sussidio CEI ULN per l’Avvento Guida-al-Tempo-di-Avvento
** Sussidio CEI I Domenica Avvento Sussidio CEI I Avvento B 2023
** Suggerimenti celebrativi I Avvento indicazioni celebrative
PER I RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Riti di introduzione I Avvento B Riti di Introduzione
** Riti di conclusione I Avvento B Riti di conclusione
** Suggerimenti per i canti Suggerimenti I Avvento B
CORONA D'AVVENTO
** Proposta per Messa vigiliare I Avvento Accensione corona Liturgia Vigiliare
** Proposta per Vespri e Messa I Avvento corona
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo I Avvento B Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo I avvento B LD
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta I Avvento B pdf1
** seconda proposta I Avvento B pdf2
** dall’ Orazionale Pdf I Avvento OR CEI