SECONDA DOMENICA DI PASQUA – C
Ottava di Pasqua
Comprendiamo l’inestimabile ricchezza
del Battesimo che ci ha purificati,
dello Spirito che ci ha rigenerati,
del Sangue che ci ha redenti
- Il mistero della risurrezione rivela la verità della storia di Gesù come Figlio di Dio incarnato e apre al mondo la realtà della salvezza destinata a tutti i popoli. È questo l’annuncio che dà vita alla prima comunità e fonda la missione della Chiesa degli apostoli. Nel nome di Gesù la fede diventa fonte di vita, testimonianza che raccoglie uomini e donne, esperienza del diffondersi del Regno inaugurato da questo annuncio di salvezza. Dio, che ha preso dimora fra di noi e che ha manifestato la sua volontà di salvezza proprio in Gesù, ha bisogno di una Chiesa che testimoni la comunione, che sia così segno della sua presenza anche nel mondo d’oggi. Questa Chiesa non può essere tutta missionaria se non vive la comunione a tutti i livelli.
- In una sorta di dittico, gli Atti degli Apostoli e l’Apocalisse ci guidano nella Liturgia della Parola del Tempo pasquale, ad indicarci la nascita della comunità ecclesiale, frutto della fede e dello slancio missionario degli apostoli guidati dallo Spirito, e il compimento escatologico del popolo di Dio nella pienezza dei tempi. Ai Vangeli della risurrezione, che narrano lo stupore, la paura ma insieme la gioia dei discepoli e il mandato che il Risorto affida loro, il Vangelo di Giovanni ci illumina sul significato teologico di colui che ora è il Risorto. Infatti, la visione del veggente di Patmos, che accompagnerà in queste Domeniche del ciclo “C” (Seconda Lettura), messa in relazione con la pericope evangelica odierna, ci riporta al ritmo domenicale delle apparizioni del Signore risorto e, insieme, alla riscoperta della realtà dell’assemblea dei credenti come “segno” settimanale della Pasqua, come “luogo” dove più intensamente si vive la risurrezione di Cristo. Nello stesso tempo, la pagina dell’Apocalisse è una testimonianza vibrante della fede pasquale che animava la Chiesa delle origini, facendola crescere e vivere secondo lo Spirito di Colui che è per sempre «il Vivente» (cfr. Ap 1,18).
- L’esperienza pasquale si sviluppa e si intensifica nella prima Comunità apostolica. Gli Atti degli Apostoli ci presentano la potenza del dono dello Spirito che suscita la fede nella risurrezione di Cristo e nella sua forza di guarigione. Grazie a questa invisibile azione “spirituale”, dalla Comunità cristiana si sprigiona una vitalità benefica che testimonia in modo concreto la realtà del “mondo nuovo” nato dalla Pasqua di Cristo e raggiunge tutti coloro che — riconoscendosi deboli e poveri — ricorrono con fede all’aiuto del Signore risorto. Egli agisce con la sua “forza di guarigione” che rivive nella persona di Pietro ed opera salutarmente anche solo attraverso l’ombra dell’apostolo: al suo passaggio tutti sono guariti (cfr. Prima Lettura). Viene così messa in risalto la posizione di preminenza che occupa Pietro nella Comunità. Ma gli interventi di salvezza in favore dei malati, compiuti “nel Nome del Signore”, rimandano, come già le guarigioni operate da Gesù, ad una esigenza di fede grazie alla quale si realizza una guarigione più profonda e radicale: la guarigione dal peccato. E’ questo l’inizio di quel “mondo nuovo” in cui il potere del male e della morte è potenzialmente già vinto nella vittoria di Cristo.
- Anche a noi è chiesto di testimoniare la realtà della risurrezione, di sviluppare quel “mondo nuovo” inaugurato da Cristo. Se la nostra assemblea si riunisce per “fare eucaristia”, cioè per rendere a Dio un’azione di grazie, di lode e di gloria per le sue opere di salvezza culminate nella Pasqua, tutto ciò deve tradursi anche nella vita della nostra Comunità. Nell’operare con gesti di aiuto immediato, si devono pure ricercare le cause profonde del male e dell’infelicità altrui: la Parola di Dio che è luce, il Pane della vita che è sostegno, ci rendono attenti a scoprire dove Cristo è offeso, dove anche oggi continua a morire. Il mondo ci offre un quadro sconcertante di situazioni tragiche: non possiamo dimenticarle, specialmente nella preghiera che deve sempre avere un respiro universale. Preghiamo, sì, perché si affermi e cresca un “mondo nuovo” e migliore; interveniamo, quando è possibile, con forme concrete di impegno. Ma non dobbiamo neppure spingere lo sguardo molto lontano per scoprire dove Cristo muore adesso: dovunque l’uomo è mortificato nella sua dignità. Se sappiamo guardarci attorno ci salterà agli occhi una molteplicità di “casi” che richiedono con prontezza un intervento di “risurrezione” e di salvezza. Solo così la nostra Comunità sarà una testimonianza viva e credibile della Risurrezione del Signore operante nell’oggi.
- La Liturgia odierna mette in evidenza il tema della fede e le conseguenze concrete che ne scaturiscono. E’ attraverso la fede che i discepoli, riuniti nel Cenacolo, passano dalla paura alla gioia; è la fede che rende «beati quelli che non hanno visto e hanno creduto»; è la fede che fa nascere la comunione all’interno della Comunità di Gerusalemme e provoca l’attività missionaria degli Apostoli; è la fede che apre all’amore dei figli di Dio. E’ l’incontro con Gesù risorto, riconosciuto come «mio Signore e mio Dio», che riempie di verità la nostra vita. E’ dall’incontro con Lui che scaturisce la testimonianza e la missione. Come i catecumeni di un tempo, che nella Domenica “in albis” deponevano le vesti bianche battesimali iniziando la loro vita nuova di cristiani, così anche noi siamo invitati a trarre le conseguenze della Pasqua per quanto riguarda la concretezza della nostra vita di ogni giorno. La certezza della fede e l’impegno delle buone opere acquistano significato perché si compenetrano a vicenda nella dinamica della vita cristiana che quotidianamente è chiamata in causa.
- Il Signore mio e il Dio mio! È l’espressione di fede da parte di Tommaso, che riassume la svolta che la Pasqua comporta per tutti i credenti. Dopo l’annuncio della risurrezione cantato nella Veglia pasquale e prolungato nella Messa del giorno di Pasqua, in questa Domenica si inizia a riflettere sulle apparizioni del Risorto. Alla tematica tipicamente pasquale, la Prima Lettura aggiunge la dimensione comunitaria della vita della prima Chiesa e la Seconda Lettura centra l’attenzione sull’identità del Risorto. Dopo la risurrezione si sperimenta la presenza del risorto-assente nella Comunità di coloro la cui vita è trasformata dalla fede, ma la Comunità viene resa capace di leggere la storia alla luce della risurrezione. Cosi, nella pericope evangelica, l’apparizione di Gesù ai discepoli e a Tommaso diventa paradigmatica di un aprirsi, nella fede pasquale, ad una visione della vita dal respiro e dagli orizzonti più vasti.
- La celebrazione di questa Seconda Domenica di Pasqua non beneficia, molto probabilmente, di una presenza consistente come quella del giorno di Pasqua: l’assemblea viene ricondotta alle sue dimensioni usuali. Tuttavia, questo non deve condurre chi presiede o chi anima la celebrazione ad imboccare la strada dell’abitudinarietà. La gioia pasquale, quella autentica, anche se priva di accenti “entusiastici”, riesce a contagiare tutte le Domeniche che portano alla Pentecoste. È bene, dunque, evitare oggi una caduta di stile. Come la Liturgia non chiama queste Domeniche “dopo Pasqua” ma “di Pasqua”, sia manifesta in esse una continuità della gioia della Pasqua. Questo tempo è lungo cinquanta giorni, ma devono essere vissuti come un solo giorno, Pasqua.
- L’ottavo giorno della Pasqua ci aiuta a recuperare il dono pasquale della pace che risuona per tre volte nel Vangelo. Il Risorto si rende conoscibile nel dono della sua pace che il celebrante offrirà nella celebrazione a tutta l’assemblea. Questa offerta pasquale poggia su un trittico che la Parola di Dio presenta attraverso le tre letture. La Pace è dono e augurio pasquale del Risorto ai suoi discepoli riuniti; pertanto, si curi in modo particolare, questo gesto.
PER CELEBRARE
Nella storia della Chiesa, la Seconda Domenica di Pasqua è stata chiamata per lungo tempo «in albis depositis» o semplicemente «in albis». Tale denominazione deriva dalla tradizione di far indossare ai neofiti la veste bianca (o “alba”) durante le riunioni di preghiera o di catechesi della prima settimana dopo il Battesimo, avvenuto nella notte di Pasqua; l’ottavo giorno la veste bianca veniva deposta. Cominciavano a crescere, nutriti dalla Parola, coloro che erano nati alla fede nel Battesimo. Così canta l’antifona d’ingresso «Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza» (cfr. 1 Pt 2,2).
Celebrare la Pasqua di Gesù Cristo significa celebrare la misericordia di Dio nei nostri riguardi. Così, la nostra fede diventa esperienza di essere accolti e amati, esperienza di vita resa ogni volta possibile in modi nuovi. A chi sperimenta delusione e fallimento, il messaggio dell’amore di Dio, della sua misericordia, può portare fiducia e speranza di rinascita. Dio non ci abbandona nella morte.
Dopo la Domenica di Pasqua siamo entrati nel tempo pasquale che ci guida fino alla Pentecoste. I segni pasquali devono essere richiamati, valorizzati e proposti.
Il nuovo Cero pasquale, acceso nella Veglia, (di cera, non un finto cero di plastica con la candela dentro o la cera liquida), segno di Cristo-luce, rimane collocato, ben visibile, presso l’ambone o vicino all’altare ed ornato con i fiori. Il Cero deve rimanere acceso in tutte le celebrazioni liturgiche del tempo di Pasqua (Eucaristia e altri Sacramenti, Liturgia delle Ore) fino alla Domenica di Pentecoste.
Il Fonte battesimale: non è un accessorio secondario ma il simbolo di ciò che è un cristiano, ovvero un rinato nello Spirito per mezzo dell’acqua, segno efficace del mistero di vita che Dio comunica nel Battesimo. Battesimo ed Eucaristia sono i due sacramenti più importanti, di conseguenza il luogo del Battesimo deve ottenere una sistemazione corrispondente a questa importanza. Perché non cogliere l’occasione che questo tempo dell’Anno liturgico ci offre per verificare in quale situazione si trovano nelle nostre chiese i fonti battesimali e qual è il loro utilizzo, “spiegare” l’importanza del luogo dove la Chiesa dà vita ai cristiani? Sono tre i luoghi che rappresentano insieme, in modo simbolico, la nostra fede: l’altare, l’ambone e il fonte battesimale; ma quante chiese ormai hanno visto abbandonare i loro luoghi del Battesimo sostituiti da vaschette rimuovibili? Con i ceri pasquali messi in un angolo e la riserva del santo crisma nascosto in un armadio in sacrestia…
La scelta dei canti, i gesti, i segni, le monizioni devono esprimere, come per ogni Domenica del tempo pasquale, lo stesso clima festoso del giorno di Pasqua: «I cinquanta giorni che si succedono dalla domenica di Risurrezione alla domenica di Pentecoste si celebrano nell’esultanza e nella gioia come un solo giorno di festa, anzi come “la grande domenica”. Sono i giorni nei quali, in modo del tutto speciale, si canta l’Alleluia» (Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, 22).
Si abbia cura di cantare la Sequenza e non semplicemente di recitarla.
Per la Professione di fede si adoperi il Credo Apostolico.
Alcuni segni: accoglienza festosa e calorosa; processione con i simboli della Pasqua, intronizzazione e incensazione: Croce, Evangeliario; aspersione con l’acqua benedetta durante la Veglia pasquale (in luogo dell’Atto penitenziale); ornamento floreale semplice e festoso…
Per pregare per il defunto Papa Francesco: si veda l’articolo apposito.
TESTI E MATERIALI
APPROFONDIMENTO
** Sussidio CEI ULN SUSSIDIO-II-DOMENICA-DI-PASQUA-2025
** Sussidio per la preghiera in famiglia (Attenzione: dall’ Ufficio Liturgico Nazionale 2021, da adattare ma con buoni materialo) Celebrazioni-domestiche-nel-Tempo-di-Pasqua_2021
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Aspersione II Pasqua Rito Aspersione
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale II Pasqua C Riti introduzione con atto penitenziale
** Riti di conclusioneII Pasqua C Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** SALMI PER LE DOMENICHE DI PASQUA (DA CEI ULN) Salmi-responsoriali-PasquaC-ULN-CEI
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo II Pasqua C Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo-II-Pasqua-C LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo II Pasqua C Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta II Pasqua C Pdf 1
** seconda proposta II Pasqua C Pdf 2
** terza proposta II Pasqua C Pdf 3
** da Orazionale CEI Pdf-II-Pasqua-OR-CEI