XXXII DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO – B
74ª Giornata nazionale del Ringraziamento
per i frutti della terra:
“La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”.
La speranza di chi confida nel tuo amore
- La Liturgia di questa Domenica, mentre ci avviamo verso la conclusione dell’Anno liturgico, ci provoca presentandoci la povertà e la situazione della carenza di beni materiali come possibilità di fare spazio al prossimo e al Signore nella nostra vita: nessuno di noi è così povero da non avere nulla da offrire, sia all’altro, che è il nostro prossimo, sia all’Altro che è il nostro Dio. Vivere la nostra povertà, in qualunque forma, con questa apertura, diventa occasione per ricevere e riconoscere il dono sovrabbondante della Provvidenza anche verso di noi, e per vivere la nostra fede in una relazione personale, autentica con il Padre, attraverso i fratelli, senza perdersi dietro le forme esteriori che ci allontanano da noi stessi e da Dio.
- La vera fede consiste nel fidarsi di Dio, nel mettersi completamente nelle sue mani, nel donarsi a lui. La nostra religiosità, invece, rischia spesso di fermarsi alla forma, alle apparenze, perciò alla superficie; non coinvolge il cuore, non tocca l’essenziale. Dio ha criteri diversi: non ci misura in base alle molte preghiere, ai molti riti, ai molti pellegrinaggi e così via. Tanto meno ci misura in base alla quantità delle nostre offerte materiali. Egli guarda soltanto al nostro cuore.
- Due povere vedove sono al centro della Liturgia di questa Domenica. L’ospitalità della prima viene compensata dal miracolo di Elia (Prima Lettura) e l’umile generosità della seconda merita da Gesù un elogio che non ha eguale (Vangelo). La loro generosa prestazione è ancora più notevole se la si confronta con l’atteggiamento dei ricchi che, quasi a contrasto, il racconto oppone ad esse: da una parte (Prima Lettura) l’empia regina Gezabele che vive nel lusso e nella ricchezza disprezzando i poveri (1 Re 21), dall’altra i ricchi scribi che «divorano le case delle vedove» e sono sempre alla ricerca dei primi posti.
- L’antitesi ricchi-poveri (in questo caso scribi-vedova) è un procedimento frequente nei discorsi escatologici di Gesù: è usato nelle Beatitudini, in cui l’opposizione ricchi-poveri (Lc 6,20-24) serve prima di tutto ad annunciare l’arrivo del Regno e il capovolgimento delle situazioni umane abusive. Più che fare l’apologia o la critica di questo o di quell’altro stato sociale, sottolinea il capovolgimento che l’arrivo degli ultimi tempi porterà nelle strutture umane. La vedova ha dato del suo necessario, in contrapposizione ai ricchi, che danno qualcosa della loro potenza e dei loro privilegi con ostentata e pomposa ricerca della propria gloria. Il gesto furtivo con cui la vedova getta in silenzio i suoi due spiccioli è un gesto di preghiera, di fede e di amore. L’obolo è insignificante, ma il dono è totale; tanto più grande quanto meno si ostenta e, anzi, cerca di nascondersi. Gesù, che ha ammirato il gesto e l’ha lodato, non misura gli atti umani col nostro metro che si ferma alle apparenze. Egli non misura in cifre quello che doniamo; lo misura in amore, lo valuta secondo il metro dei valori interiori della persona; egli arriva al cuore.
- Donare così, come la vedova, è donare come fa Dio, il quale non ci dona della sua abbondanza (in questo caso sarebbe rappresentato meglio dai ricchi donatori che non dall’obolo della vedova!), non ci dona di quello che ha, ma di quello che è: la sua stessa vita divina. Gesù povero e servitore degli uomini non è una parentesi nella vita di Dio, ma la manifestazione della condizione stessa di Dio. Egli non è un ricco venuto a visitare, da “turista”, la terra sottosviluppata dell’umanità; egli è il nostro fratello che è diventato povero e schiavo, per arricchire della sua ricchezza la nostra povertà.
- La Parola del Signore e il comportamento della vedova portano facilmente la nostra considerazione sul senso della ricchezza e della povertà, non solo nella vita del singolo cristiano, ma anche nella vita delle nostre Comunità cristiane. La Chiesa, come fin dalle sue prime origini, unendo insieme l’ “agape” con la Cena eucaristica si manifestava tutta unita nel vincolo della carità attorno a Cristo, così, in ogni tempo, si riconosce da questo contrassegno della carità, e, mentre gode delle iniziative altrui, rivendica le opere di carità come suo dovere e diritto inalienabile.
- Il testo originale greco scrive che la vedova gettò nel tesoro del tempio «l’intera sua vita». Un’espressione assai più forte della traduzione italiana (= quanto aveva per vivere). Il vero culto a Dio si compie donando sé stessi. Non a caso l’episodio della vedova segue quasi immediatamente il dialogo di Gesù con lo scriba riguardo al comandamento più grande. Ne è in qualche modo un’esplicitazione.
- Come gesto significativo possiamo preparare con cura la processione dei doni, presentando anche dei doni per i poveri… gesto che può rappresentare il dono di sé, da vivere ogni giorno nel cammino della vita.
- In comunione con tutte le Chiese d’Italia celebriamo oggi la Giornata del Ringraziamento per i frutti della terra.
TESTI E MATERIALI
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Suggerimenti Suggerimenti XXXII TO B
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale XXXII TO B Riti introduzione
** Riti di conclusione XXXII TO B Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo XXXII TO B Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo XXXII TO B LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo XXXII TO B Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta XXXII TO B Pdf 1
** seconda proposta XXXII TO B Pdf 2
** terza proposta XXXII TO B Pdf 3
** da Orazionale CEI Pdf TO XXXII OR CEI