XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – C
5 Ottobre 2025
Ci riconosciamo servi inutili,
che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie
del tuo amore
- Quanti “perché” non riescono a trovare risposta nella nostra vita! La sofferenza, l’ingiustizia, Dio che non interviene per eliminare il male e la violenza presenti nel mondo: sono misteri che non trovano una spiegazione razionale. Solo la fede riesce in parte a chiarire o a farci accettare con una certa “serenità” questi interrogativi, che spesso ci mettono in crisi: grazie alla fede in Dio, sappiamo che il bene trionferà sul male. Per questo ci sentiamo chiamati a metterci al servizio del Vangelo, senza pretendere alcuna ricompensa, consapevoli che la sofferenza accompagnerà la nostra vita, ma non c’impedirà di testimoniare il nostro amore a Cristo.
- L’esperienza cristiana è soprattutto esperienza di fede. La vita di ogni credente, così come la vita delle Comunità, mette spesso a dura prova la fede. E anche quando ci diciamo “religiosi” dovremmo interrogarci sulla profondità o superficialità del nostro credere. Di fronte ai “terremoti” della vita, poniamo a Dio tante domande e pretendiamo da Dio risposte immediate e chiare. Ma in genere Dio tace. E questo ci irrita. Fede è capacità di fidarsi di Dio. Fede è disponibilità a lasciarci guidare dalla sua Parola, rinunciando ad ogni calcolo umano.
- Il cristianesimo è fede. E’ questa una sua caratteristica specifica. «Noi diamo troppo alla leggera per presupposto che religione e fede siano sempre la stessa identica cosa. Ciò in realtà risulta vero solo in maniera limitata… Ad esempio, l’Antico Testamento si è presentato complessivamente non sotto il concetto di fede, bensì sotto quello di legge. Esso incarna primariamente un assetto di vita, nell’ambito del quale per altro l’atto di fede va continuamente acquistando maggiore importanza. Per la religiosità romana, poi, non è affatto decisivo che si emetta un atto di fede nel soprannaturale; esso può addirittura mancare completamente senza che per questo venga meno la religione. Siccome essa è essenzialmente un sistema di riti, ai suoi occhi l’elemento determinante è rappresentato dalla minuziosa osservanza delle cerimonie» (J. Ratzinger).
- La storia della fede comincia con Abramo. Il suo atteggiamento di fronte a Dio è un atteggiamento di fede. Anche se il nostro “padre nella fede” non ne ha percepito distintamente l’oggetto, tuttavia ha avuto tutte le condizioni personali necessarie alla fede. Egli ha risposto prontamente “sì” alla chiamata di Dio, che sconvolgeva i suoi piani, disposto a dare tutto a lui, anche il figlio, abbandonando ogni calcolo umano. Egli ha superato le apparenti contraddizioni per rimettersi soltanto alla parola di Dio, e ha visto in essa la verità che salva.
- I profeti, durante tutta la storia del popolo di Dio, sono stati gli araldi della fede; lo hanno invitato a superare le assicurazioni e le alleanze umane per attaccarsi con fiducia alla parola data da Dio. Credere è darsi a Dio. Lo vediamo nella Prima Lettura: Dio “sembra” assente dalla storia. Il profeta lo interroga sull’enigma della oppressione e della ingiustizia che dilagano nella società in cui vive sia all’interno di Israele sia nel gioco delle nazioni per il quale i deboli sono schiacciati. Dio risponde che la fede è l’unica via per comprendere il mistero della storia. La risposta di Dio non è però una facile consolazione: egli parla di una ancor lunga attesa. Ciò che conta è restare saldamente ed unicamente ancorati a Dio; credere al suo amore nonostante ogni apparenza contraria, perché la sua parola non ci può ingannare.
- Nel Nuovo Testamento l’oggetto della fede raggiunge la pienezza: il Figlio di Dio si è manifestato e il suo regno si è costituito. Ma l’atteggiamento personale resta identico; una decisione della volontà che ama, muove l’intelligenza a superare i calcoli umani per rimettersi a Dio con tutta fedeltà. La fede, dunque, non consiste tanto in una adesione intellettuale ad una serie di verità astratte, ma è l’adesione incondizionata ad una Persona, a Dio che ci propone il suo amore in Cristo morto e risorto. Per questo la fede è obbedienza a Dio, comunione con lui, vittoria sulla solitudine. E’ un dono di Dio, ma un dono che aspetta la nostra libera risposta, che vuole diventare l’anima della nostra vita quotidiana e della Comunità cristiana. E’ anche una conoscenza nuova, un modo di leggere la realtà con gli occhi di Cristo. «La fede è virtù, atteggiamento abituale dell’anima, inclinazione permanente a giudicare e ad agire secondo il pensiero di Cristo con spontaneità e vigore» (RdC 52).
- Il cristiano animato dalla fede trova in essa la critica permanente ad ogni ideologia e la liberazione da ogni idolo. «Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo, la nostra fede» (1 Gv 5,4). Oggi il cristiano vive in un mondo secolarizzato da cui Dio è assente; un mondo che vive e si organizza senza di lui. Ma è proprio in questo mondo che il cristiano con la sua fede smantella le false sicurezze ponendo interrogativi fondamentali e proponendo a tutti la sua grande speranza. La fede cristiana è, quindi, sfidata a farsi propugnatrice di problemi che nessun laboratorio, nessun esperimento e nessun calcolatore elettronico possono risolvere e che, tuttavia, decidono il destino dell’uomo e del mondo. Per i cristiani perciò è più che mai attuale l’invocazione dei discepoli: «Signore, aumenta la nostra fede».
- Per cogliere il primato di Dio e ricuperare l’Eucaristia come “mistero della fede” è bene valorizzare i momenti celebrativi di silenzio (atto penitenziale, dopo l’omelia, dopo la comunione…).
- Le Domeniche dalla 22ª alla 27ª del Tempo Ordinario del ciclo corrente “C” ci consegnano l’insegnamento di Luca sulle caratteristiche del discepolo: il valore della gratuità, della riconoscenza, della misericordia, della libertà, della fraternità, della speranza e della fede. Gli interventi di parola, i segni, i gesti e i canti richiamino questi valori.
- Al termine della liturgia della Parola si metta in evidenza il valore della professione di fede intesa come nostra risposta di vita alla Parola proclamata. Per riformulare interiormente la propria realtà di testimoni, si aiuti ciascuno a vivacizzare la professione di fede. Si scelga un ritornello (solenne) molto semplice (da provare con l’assemblea magari appena prima l’inizio della Messa) che possa aiutare tutti a rinnovare le promesse battesimali.
- Non si trascuri di sottolineare, insieme con il dono della fede, la dimensione del servizio, propria dell’essere cristiani.
- Nella Colletta propria dell’anno C si sottolineano tre azioni richieste a Dio: l’ascolto dell’uomo di fede, il dono dell’umiltà di cuore e la chiamata a rivelare le meraviglie. Nello stesso tempo si invita il credente a cooperare per la crescita del Regno e per il riconoscimento del proprio compilo di “servi inutili”. In questa prospettiva si può richiamare l’inizio del mese missionario.
TESTI E MATERIALI
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Suggerimenti Suggerimenti XXVII TO C
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale XXVII TO C Riti introduzione
** Riti di conclusione XXVII TO C Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo XXVII TO C Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo XXVII TO C LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo XXVII TO C Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta XXVII TO C Pdf 1
** seconda proposta XXVII TO C Pdf 2
** terza proposta XXVII TO C Pdf 3
** da Orazionale CEI Pdf XXVII TO OR CEI
MATERIALE PER IL MESE MISSIONARIO
STAMPA
** Manifesto Manifesto-GMM-2025
** Cammino delle 4 Settimane Locandina-4-settimane
APPROFONDIMENTI
** Riflessione Biblica Riflessione-biblica-Alice-Bianchi-
** Approfondimento Teologico e Pastorale Riflessione-teologica-pastorale-don-Ezio-Falavegna-
PER LA PREGHIERA
** Veglia Missionaria Veglia-per-la-Giornata-Missionaria-Mondiale-
** Rosario Rosario-missionario-
** Animazione domenicale (da adattare con attenzione) Animazione-liturgica