XXVIII DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO – B
Valutando con sapienza i beni di questo mondo,
diventiamo liberi e poveri per il tuo regno.
- Le concezioni dell’Antico Testamento e quelle del Nuovo sulla ricchezza e la povertà divergono fino a sembrare, in qualche caso, opposte. Anche nei testi più recenti, l’Antico Testamento si compiace di vantare la ricchezza dei personaggi della storia di Israele: quella di Giobbe e quella dei re: Davide, Giosafat, Ezechia. Dio rende ricchi coloro che ama: Abramo, Isacco, Giacobbe. La ricchezza è segno della generosità divina, immagine dell’abbondanza messianica. La prosperità materiale è segno di benedizione e accettazione divina.
- L’atteggiamento di Gesù e delle prime Comunità cristiane nei confronti della ricchezza, comunque, è diverso, quasi spietato. Il «guai a voi, o ricchi» ha l’accento di una condanna senza appello. La diversità del giudizio del Vangelo e quello dell’Antico Testamento a riguardo della ricchezza, si coglie in tutta la sua ampiezza, quando si pongono a confronto le beatitudini e le maledizioni del discorso della montagna, con le beatitudini e le maledizioni promesse dal Deuteronomio, a seconda che Israele sarà o meno fedele all’alleanza (Dt 28). Qui la distanza fra l’Antico e il Nuovo Testamento è più evidente. E questo perché il messaggio del Regno annuncia il dono totale di Dio, che richiede la disponibilità e il distacco più completi. Per acquistare la perla preziosa, il tesoro unico, per seguire Gesù, bisogna vendere tutto. Non si può, infatti, servire a due padroni, e il denaro è un padrone esigente: soffoca nell’avaro la parola del Vangelo, fa dimenticare l’essenziale, la sovranità di Dio, blocca sulla via della perfezione i cuori meglio disposti (Vangelo). È una legge che non ammette eccezioni né attenuazioni: «Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33). Soltanto i poveri sono capaci di accogliere la buona novella (Is 61,1; Lc 4,18) e proprio facendosi povero per noi, il Signore ha potuto arricchirci (cfr. 2 Cor 8,9) con le sue «imperscrutabili ricchezze» (Ef 3,8).
- Il denaro (la ricchezza) non è cattivo: lo diviene quando l’uomo fonda in esso la sua ricchezza ultima e ne fa il suo dio, pronunciando a suo riguardo l’ “amen”, che è dovuto solo a Dio; in sé è realtà buona che serve a tutti. Certo può essere simbolo di molte “iniquità” e ricordare le terribili ingiustizie, a prezzo delle quali è stato acquistato; ma è soprattutto simbolo del lavoro umano che viene da esso retribuito e delle speranze umane che può realizzare. Legato al progresso personale e collettivo dell’uomo, è da un certo punto di vista il simbolo attuale ed efficace degli sforzi passati e delle speranze future. È l’ “avere”, acquistato per poter “essere”. A questo titolo, partecipa veramente al divenire della libertà umana. Del resto, il denaro è anche il mezzo per fare del bene. In esso c’è il pane che bisogna dare agli affamati, l’acqua che bisogna dare agli assetati: può essere il simbolo della carità, quando questa “scende dalle nuvole” per esercitarsi concretamente in favore degli uomini.
- In realtà la povertà proposta anche al ricco non è di “non avere nulla”, ma di compromettersi con i poveri, specialmente con quelli che mancano della capacità di organizzarsi, di difendersi, di liberarsi. Compromettersi cristianamente è condividere le proprie ricchezze come Francesco d’Assisi, è impegnarsi in una estenuante azione sindacale per il miglioramento delle condizioni di lavoro o l’aumento del salario, è essere solidali in uno sciopero giusto a costo dell’assottigliamento della propria busta-paga. Seguire Cristo significa incontrare i poveri sulla propria strada. L’aver dato da mangiare all’affamato, vestito l’ignudo, visitato il malato o il carcerato, sarà titolo determinante al momento del giudizio definitivo. E quel giudizio finale è già in atto oggi su ogni nostra giornata. Con esempi tratti dal suo ambiente, Gesù ha voluto far capire che solo chi sente la fame, la nudità, la ristrettezza, il bisogno, l’abbandono sofferto dagli altri e fa di tutto perché ne siano liberati, è l’uomo del Regno. Ma decidersi per i poveri non basta. Gesù chiede di più, e cioè, che ciascuno di noi si faccia volontariamente “povero”. È il programma di vita proposto da lui e che i suoi seguaci dovranno vivere nello spirito delle beatitudini.
- L’ingresso solenne dia spazio all’intronizzazione della Parola di Dio (Libro dei Vangeli, non Lezionario!!!) che è «viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio» e «discerne i sentimenti e i pensieri del cuore». Se nell’Anno pastorale intendiamo offrire spazi per l’approfondimento della Parola di Dio, oggi è l’occasione opportuna per stimolare la Comunità cristiana sotto questo profilo.
- Il tema dell’uso delle ricchezze pone l’attenzione sulla raccolta delle offerte alla presentazione dei doni. Si può oggi ricordare il valore spirituale di questo gesto, cioè la condivisione del lavoro della settimana con i più poveri che, nelle offerte portate all’altare, si unisce al sacrificio di Cristo e diventa dono per gli altri in una Eucaristia celebrata e vissuta. Si può inoltre suggerire un gesto di condivisione che manifesti la volontà di distacco dalle cose materiali. Potrà essere un gesto individuale o anche un’iniziativa comunitaria di sostegno ai poveri vicini o lontani.
- Nell’Eucaristia in cui vi è maggior partecipazione di adolescenti e giovani, potrebbe essere occasione quanto mai opportuna riflettere su come il nostro contesto di vita sia viziato, a volte persino avvelenato, dal culto dell’immagine, puramente estetica; di come gli strumenti social possano ferire le relazioni, mortificarle, trasformare il concetto di bene e rivestirlo di mascheramenti ambigui ed opportunisti. Richiamando la chiusura della colletta propria dell’anno C, si può sottolineare come ogni strumento ideato dall’uomo può essere utile o dannoso: è l’uso che la saggezza induce a farne che ne fa strumento di dialogo e relazione, o di malizia.
TESTI E MATERIALI
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Suggerimenti Suggerimenti XXVIII TO B
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale XXVII TO B Riti introduzione
** Riti di conclusione XXVIII TO B Riti di conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo XXVIII TO B Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo XXVIII TO B LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo XXVIII TO B Impaliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta XXVIIITO B Pdf 1
** seconda proposta XXVIIITO B Pdf 2
** da Orazionale CEI Pdf XXVIII TO OR CEI