VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – B
Aiutaci a scorgere nel volto di chi soffre
l’immagine stessa di Cristo
- Anche la Liturgia di questa Domenica, come la precedente, intende far prendere coscienza della potenza salvifica di Gesù, nella sua parala e nella sua azione liberatrice dal male. La lebbra diventa anche per noi linguaggio simbolico che ci parla del male onnipresente, in noi e attorno a noi. E ci parla, in positivo, della possibilità di trovare liberazione attraverso l’incontro con Gesù, che si è fatto carico delle nostre sofferenze per poter manifestare in esse l’amore e la grazia trasfigurante del Padre.
- L’episodio evangelico della purificazione del lebbroso ci mette ancora una volta di fronte all’esperienza del male e della sofferenza: la figura del lebbroso è l’immagine dell’uomo escluso dalla vita, che trova in Dio la sua salvezza. E tuttavia è significativo che il lebbroso descritto nel vangelo non si commiseri nella sua miseria, ma si coinvolga nella relazione con Gesù, prenda l’iniziativa, chieda di essere purificato, collabori alla sua salvezza. Se nella fede non si cerca la vita vera, sarà difficile anche trovare Dio.
- Il gesto di compassione di Gesù nei confronti del lebbroso rivela la rivoluzione provocata dal cristianesimo. “Avere tatto” è una competenza umana che esige un continuo allenamento e un cammino di conversione. Soltanto diventando imitatori di Cristo, come indicato dall’apostolo Paolo nella Seconda Lettura, riusciamo ad entrare in questa prospettiva. L’isolamento, la distanza, l’emarginazione e l’indifferenza sono i mali visibili che intaccano le nostre relazioni familiari, lavorative, comunitarie. La Parola di Dio ci invita a entrare in con-tatto con Gesù per sperimentare un itinerario di guarigione che (ri)dona la gioia della comunione e della fraternità. Il lebbroso guarito è immagine del discepolo-missionario: annuncia senza timore la misericordia del Signore che ha trasformato la sua esistenza.
- L’esperienza della malattia e della sofferenza è sempre qualcosa di cui non riusciamo a comprendere pienamente il senso. Tuttavia nel Vangelo troviamo una indicazione chiara: Dio non ama la sofferenza. Gesù ha compassione per tutti gli ammalati. La malattia non è un bene per l’uomo, non è voluta da Dio, è un momento di prova. Lottare contro di essa non solo è legittimo, ma significa mettersi dalla parte di Dio. La figura del lebbroso, nella Liturgia odierna, è l’immagine dell’uomo escluso che solo in Dio può trovare la sua difesa.
- In ogni Eucaristia il Sacerdote ripete le parole di Gesù: «Questo è il calice del mio sangue… versato… in remissione dei peccati». Per il Signore non ci sono limiti o persone inguaribili, intoccabili. Egli è morto perché noi fossimo salvi! E si è donato a noi nell’Eucaristia per entrare direttamente in contatto con ogni miseria e guarirla.
TESTI PER CELEBRARE
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Riti di introduzione VI TO B Riti di introduzione
** Riti di conclusione VI TO B Riti di conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta da Psallite
partitura Salmo VI Psallitesalmoresp-Bto06-Pantaleo
audio
** seconda proposta da P. Impagliatelli
partitura Salmo VI TO B Impagliatelli
audio
** terza proposta, da Lodate Dio Salmo VI TO B LD 1
** quarta proposta, da Lodate Dio (testo variato) Salmo VI TO B LD 2
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta VI TO B Pdf 1
** seconda proposta VI TO B Pdf 2
** dall’ Orazionale Pdf VI ORD OR CEI