XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C
“Verranno da oriente e da occidente
e siederanno a mensa nel regno di Dio”
24 Agosto 2025
- Gesù sta compiendo il «grande viaggio» verso la Città Santa iniziato subito dopo l’evento della trasfigurazione nel quale per la prima volta si accenna, anche se in maniera velata, all’«esodo» che si sarebbe compiuto a Gerusalemme. Il Vangelo di questa Domenica, con cui si inaugura la seconda parte del cammino che ha sullo sfondo la Pasqua, si apre accennando all’insegnamento itinerante e occasionale di Gesù. La strada percorsa dal Maestro lo condurrà all’ascensione al Padre passando attraverso la morte.
- Gesù cammina per città e villaggi per incontrare la gente. La strada è l’aula in cui insegnare. È una lunga preparazione all’evento della Pasqua mediante la quale entrerà nel suo Regno e ne prenderà possesso. Gesù incontra gli uomini e le donne nella situazione di vita in cui si trovano e interpreta il loro bisogno di cambiamento. C’è un’atmosfera di attesa per una novità di vita di cui si avverte un estremo bisogno. Un tale si fa portavoce di questa aspettativa che però è inficiata dall’idea che solo alcuni eletti potranno godere della salvezza. La posta in gioco è alta perché l’appartenenza o l’esclusione dal Regno che Dio sta per instaurare si decide nel presente anche se si manifesterà pienamente nel futuro. L’immagine della porta segna un confine tra il dentro e il fuori, tra “ora” e “allora”. Oggi viene richiesto uno sforzo da compiere per entrare attraverso la porta stretta fino al giorno finale in cui la porta verrà chiusa dal padrone di casa. La porta stretta indica il modo di vivere esigente che richiede un adattamento e ridimensionamento di sé. Il vangelo predicato e vissuto da Gesù è la porta stretta da attraversare ogni giorno per vivere quella bella novità che tutti gli uomini attendono. La fede è l’esperienza della fatica dell’uomo di lottare innanzitutto dentro sé stesso perché prevalga nelle scelte di vita la logica di Dio e non quella del mondo. Risulta molto più facile adattarsi al mondo che conformarsi a Cristo perché richiede molto meno sforzo seguire le mode piuttosto che accettare la sfida di seguire e imitare Gesù. Il potere dell’informazione con i suoi slogan intercetta le paure che si annidano nella pancia per offrire soluzioni a buon mercato. Il Vangelo, invece si fa interprete delle speranze che abitano il cuore e offre un metodo e un’opportunità di cambiare rinnovando innanzitutto la mente. C’è chi si accontenta di essere imboccato con l’illusione di essere servito, e chi invece affronta la fatica della ricerca della verità allenando la ragione a riconoscerne i segni. La porta stretta marca il confine tra chi cerca una vita di comodo e chi invece continuamente si scomoda, si lascia provocare dalla storia e s’interroga su come mettere in pratica la volontà di Dio. Tanti possono essere i motivi per cui guardare a Cristo, la porta stretta, da lontano, senza volerla attraversare, ma tutti sono riconducibili alla paura di non voler cambiare dentro. Non può esserci vera adesione di fede e conformazione a Cristo senza l’esercizio alla mortificazione del peccato, ovvero il rinnegamento di sé. Con la Pasqua Cristo Gesù ha aperto per tutti il passaggio alla vita eterna. Il Battesimo, la porta dei sacramenti, è l’inizio del cammino di santificazione grazie al quale nel nostro corpo è piantato il seme della vita eterna che lo trasforma ad immagine del corpo glorioso di Cristo. Approdo del nostro cammino è il banchetto festoso preparato da Dio. Tutti sono invitati ad entrare per farne parte. La mensa celeste è il simbolo della risurrezione che inaugura la vita gioiosa perché caratterizzata dalla letizia della comunione fraterna. La salvezza è dunque quella condizione di vita piena di luce, gioia, pace e amore a cui tutti sono chiamati: la vocazione universale alla santità. Le ferite di Cristo, crocifisso risorto, sono le feritoie, la porta stretta attraverso cui intravedere la bellezza della vita eterna. Se lo sguardo si spinge oltre il dolore la gioia ci attrae facendo superare con la forza della fede tutti gli ostacoli che si frappongono lungo il cammino della santità.
- La salvezza non è a numero chiuso e non ci sono posti limitati. Dio è magnanimo e la capienza del suo cuore è infinita. Gesù è il capofila dei risorti e precede i pellegrini che sono alla ricerca della pace. Mediante i suoi ministri egli chiama tutti a seguirlo sulla via della fede. I discepoli di Cristo, mentre si impegnano con le loro forze a seguirlo, diventano missionari del vangelo a partire dal loro ambiente di vita. Una vita santa, impegnata con fatica e speranza a conformarsi a Cristo, diventa la più luminosa ed eclatante testimonianza che fa conoscere a tutti il senso e la meta del proprio vivere. La vita bella del Vangelo diventa il testimonial più credibile della santità. I discepoli però sono avvertiti del fatto che alcuni possono illudersi di essere i primi perché sempre presenti agli incontri con Gesù. Sono quelli che partecipano alle assemblee in cui si ascolta la parola di Dio e siedono alla sua mensa eucaristica ma senza entrare in quella intimità tale da lasciarsi trasformare interiormente. Sono quelli che definiremmo i praticanti non credenti. La loro è una partecipazione apparente. Avere fede non significa assistere passivamente ma partecipare attivamente alla passione e morte di Gesù per condividerne la vita nuova e la missione. La pratica della fede non si esaurisce negli appuntamenti occasionali e non si può ridurre a pratiche sporadiche. Il vangelo richiede di essere assimilato affinché la vita sia sempre più conforme al modo di vivere di Cristo. In tal modo si diventa ricettivi dell’attenzione di chi cerca la felicità.
- Ci sono alcuni che crescendo nella fede maturano anche la consapevolezza di essere trascinatori e accompagnatori verso l’incontro con Dio. Sono quelli che accettano la missione educativa ed esercitano un ministero. Questi tali devono sempre ricordare di essere in cammino e di non essere loro i depositari della verità ma solamente accompagnatori dei compagni nel comune pellegrinaggio. Il pericolo dell’orgoglio è sempre attuale e lo si vede quando Gesù, morendo in croce, apre la porta del Paradiso. Il primo discepolo ad attraversarla non è Pietro, il primo degli apostoli che pure aveva protestato la sua disponibilità a seguire Gesù fino alla fine, ma un malfattore che gli “ruba” il primato. L’orgoglio può rallentare il passo anche di chi è discepolo di Gesù da tanto tempo; al contrario, l’umiltà permette uno scatto di libertà tale da superare tutti gli ostacoli, effettuare un sorpasso e accorciare le distanze raggiungendo la meta.
TESTI E MATERIALI
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale XXI TO C Riti introduzione
** Riti di conclusione XXI TO C Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo XXI TO C Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo XXI TO C LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo XXI TO C Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta XXI TO C Pdf 1
** seconda proposta XXI TO C Pdf 2
** terza proposta XXI TO C Pdf 3
** da Orazionale CEI