TERZA DOMENICA DI QUARESIMA – C
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»
- La Quaresima del ciclo “C” si caratterizza per l’itinerario penitenziale (“della misericordia”) orientato alla conversione (come la Quaresima del ciclo “A” segue l’itinerario “battesimale” e quella del ciclo “B” l’itinerario “cristologico”). Tale tematica si evidenzia a partire dalla Terza Domenica (le prime due domeniche, infatti, presentano in tutti e tre i cicli rispettivamente il Vangelo delle tentazioni e quello della Trasfigurazione secondo i diversi evangelisti: Matteo per il ciclo “A”, Marco per il ciclo “B” e Luca per il ciclo “C”). In questa Terza Domenica il tema della conversione è esplicitato già nella Colletta che, in modo mirabile, sintetizza la tematica presente nella Liturgia della Parola: «Padre santo e misericordioso… infrangi la durezza della mente e del cuore… perché portiamo frutti di vera e continua conversione».
- La Parola di Dio di oggi non manca di tratteggiare il volto autentico di Dio e di liberarlo dalle maschere che gli abbiamo attribuito e che deturpano il suo volto. Alcune domande si fanno urgenti ed attendono una risposta: chi è Dio? Come agisce? Come tratteggiare il suo volto? Una prima risposta viene dall’Esodo ed è densa di novità: Dio non corrisponde più al Dio anonimo del sacro, colui che viene venerato, ma di cui si ha anche paura. Non è più il Dio arcaico degli inizi, che genera una religione della nostalgia (la salvezza è dietro di noi). Egli definisce sé stesso con un’espressione intraducibile: «Io sono Colui che sono!». Che poi potrebbe voler dire: “Io ci sono” e “Sono qui, presente” o ancora “Mi conoscerai da quello che faccio”. Davanti all’uomo, in ogni caso, egli si fa conoscere come Colui che ha un nome, che si può interpellare, con il quale il dialogo è possibile. La sua presenza deve ormai essere cercata nell’avventura dell’uomo e nella sua storia quotidiana: è il Dio che lo accompagna ed è presenza aperta sull’avvenire. Una seconda risposta viene da Gesù. Egli libera Dio da responsabilità che gli vengono attribuite ingiustamente. E propone un atteggiamento, uno sguardo diverso su una questione sempre attuale: la disgrazia è una conseguenza di un peccato? Gesù utilizza due esempi: uno che gli è stato riferito (il massacro di galilei nel Tempio, per ordine di Pilato), l’altro di cui è venuto lui stesso a conoscenza (il crollo di una torre che ha provocato la morte di diciotto persone). E rovescia interamente il modo di vedere della gente. Ricorda che ognuno è peccatore ed ognuno è chiamato a convertirsi. Ma convertirsi non significa ostinarsi sul peccato, ma aprirsi al dono di Dio, che fa sempre il primo passo verso l’uomo.
- La parabola del fico viene a rafforzare questa conversione dello sguardo. Finisce l’immagine di un Dio padrone assoluto degli avvenimenti e della storia. Non solo il padrone della vigna lascia all’uomo la sua libertà e le sue possibilità, ma si mostra di un’infinita pazienza nei suoi confronti. Dio sembra quasi eccessivo nel dare tempo al peccatore.
- La fedeltà di Dio spesso si scontra con la ribellione da parte dell’uomo. San Paolo invita a non mormorare, a non assumere l’atteggiamento della sfiducia e del pessimismo nei confronti di Dio e delle situazioni della vita. Solo la fede in Dio sottrae l’uomo alla tentazione della mormorazione, del disfattismo e dell’idolatria. Dio non si rassegna nei nostri confronti, non arriva subito alla conclusione: “Non c’è più nulla da fare!”. Allo stesso modo siamo chiamati a non esigere da noi stessi e dagli altri i frutti immediati, nella logica del mondo moderno che ha assunto come programma di vita lo slogan “tutto e subito”. I genitori pretendono dai figli, i figli pensano che i genitori non capiscono le loro esigenze; il parroco vorrebbe più collaborazione dai laici e viceversa, il capoufficio si arrabbia perché i dipendenti non mettono il dovuto impegno nel lavoro… e via di seguito. La Parola di questa Domenica ci invita a rivedere le nostre impazienze, le fughe, gli idealismi che impediscono di scoprire il vero volto di Dio, volto della misericordia e dell’amore paziente, volto di un Dio che scommette sull’uomo anche quando l’uomo non spera più.
- Dio ci offre la sua presenza: è il Dio vicino, ma anche misterioso, perché diverso da noi, dal nostro modo di pensare e di agire. Questa certezza deve abitare la celebrazione e destare nell’assemblea un atteggiamento simile a quello di Mosè, davanti al roveto ardente: stupore e rispetto, gioia e gratitudine, apertura al mistero che si rivela e si incarna nelle nostre esistenze.
- L’ingiunzione a Mosè, nella Prima Lettura, di «togliersi i sandali» per la sacralità dello spazio e del tempo, serva a sottolineare il silenzio e l’attenzione con cui partecipare alla celebrazione, evitando la superficialità e la sciatteria derivanti dal dare tutto per scontato. Bisogna lavorare molto su questo aspetto nelle nostre Liturgie!!!
TESTI E MATERIALI
APPROFONDIMENTO
** Sussidio CEI ULN (Introduzione) GUIDA-INTRODUZIONE-AL-TEMPO-DI-QUARESIMA-2025
** III Domenica SUSSIDIO-III-DOMENICA-DI-QUARESIMA-2025
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Suggerimenti Suggerimenti III Quaresima C
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale III Quaresima C Riti Introduzione
** Atto penitenziale con “figlio del Dio vivente”: III Quaresima C Atto penitenziale Figlio Dio vivente
** Riti di conclusione III Quaresima C Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo III Quaresima C ULN
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo III Quaresima C LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo III Quaresima C Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta III Quaresima C Pdf 1
** seconda proposta III Quaresima C pdf 2
** terza proposta III Quaresima C pdf 3
** da Orazionale CEI Pdf III Quar OR CEI