Testi per celebrare

XXIV Domenica del Tempo Ordinario B – 2024 –

XXIV DOMENICA

DEL TEMPO ORDINARIO – B

 

«Tu sei il Cristo»

 

  • L’annuncio di questa Domenica si compendia nell’invito a seguire Cristo nella via della croce. Già tre Domeniche fa risuonava un simile motivo a conclusione dell’inserto giovanneo nella lettura semicontinua del Vangelo secondo Marco, quando molti discepoli abbandonano Gesù e, invece, gli apostoli decidono di stare dalla parte del Maestro, facendosi carico di tutta la fatica del credere. La “follia” della croce di Cristo è per i cristiani un messaggio di speranza. Molti rifiutano questo “scandalo” per la loro fede che, in effetti, resta un “mistero”. Ma il mistero di Dio non risponde alla logica dei nostri pensieri, non ad una logica della “carne”. Esso risponde alla logica dello Spi­rito di Dio, che crea vita oltre la sofferenza: lo Spirito dà ordine al caos nel “nulla” della creazione, dà senso a ciò che appare a noi come assurdo, fa risuscitare a vita divina ciò che sembra distrutto dalla morte. La logica del mistero di Dio appare al credente proprio nella risurrezione di Gesù.
  • Sebbene Cristo si sia esplicitamente riferito una sola volta al tema del Servo sofferente (Lc 22,27; cfr. Is 53,12), la tradizione primitiva non ha mancato di notare numerosi accostamenti. Fin dal Battesimo, la vocazione messianica del Signore appare come quella del “Servo-Figlio” (Mc 1,11; cfr. Is 52,13); le guarigioni operate da Gesù rivelano la sua funzione di “Servo espiatore”  (Mt 8,16; cfr. Is 53,4); la sua umiltà è quella che si attribuisce al Servo (Mt 12, 18-21; cfr. Is 42,1-3); l’insuccesso stesso della sua predicazione ricorda quello di Geremia e del Servo (Gv 12,38; cfr. Is 53,1). Il tema del Servo sofferente è, quindi, quello che esplicita più  chiaramente la necessità per il Salvatore di passare attraverso la sofferenza e la morte per realizzare il suo disegno di salvezza.
  • Ora questa concezione del Messia come “Servo sofferente” è quanto di più lontano e scandaloso si poteva proporre alla mentalità e alle aspettative degli Ebrei;  la reazione di Pietro è estremamente indicativa… e, oggi, noi non siamo da meno! Se per confessare la messianicità di Gesù è necessario l’ispirazione e la rivelazione del Padre (Mt 16,17), più difficile e faticoso è il cammino della fede che accetta lo “scandalo” della croce. I discepoli, pur distaccandosi dagli altri ascoltatori di Gesù, non hanno accettato la “necessità” della croce. A questo compito di educazione e di purificazione della fede dei suoi discepoli, Gesù si dedicherà quasi esclusivamente nel seguito del  Vangelo secondo Marco. Vi è un modo di ragionare secondo Dio e ve ne è uno secondo gli uomini. Il criterio per distinguerli è uno solo: la croce, sulla quale ogni giorno si deve morire un poco a sé stessi. Per questo, il rimprovero a Pietro è seguito da un invito ad andare dietro a Gesù, come “veri” discepoli. Il vero discepolo deve, anche lui, prendere la sua croce; bisogna, infatti, perdere la propria vita per ritrovarla. Affiora in questo punto una delle caratteristiche predominanti del Nuovo Testamento: il nesso tra l’indicativo (= Cristo è Messia sofferente) e l’imperativo ( = devi seguirlo sulla via della croce). Il  credente non è colui che crede in Dio nonostante le sofferenze, ma piuttosto colui che segue Gesù sulla via della croce.
  • La croce di Cristo continua ancor oggi ad essere per molti “follia” e “scandalo”. Siamo disposti ad accettare Gesù, come il Cristo, come il Figlio di Dio, come l’inviato del Padre, ma il Cristo del Calvario ci rimane un mistero. Eppure in tutto questo c’è una logica, anche se una logica dello Spirito e non della carne. Il Padre non ha avuto bisogno delle sofferenze di Gesù come punizione sostitutiva al nostro posto. Dio aveva bisogno della sua vita come amore sostitutivo in nostro nome. Ma chi vuole amare in questo mondo urta in una impossibilità di fatto. Il grande mistero è che il Regno di Dio ha proseguito il suo cammino anche quando gli uomini, compresi tutti noi, hanno ucciso il Figlio di Dio. Dio non ci ha mai voltato le spalle! Dal peccato più grande è scaturito il più grande amore. Così siamo stati liberati con la morte di Gesù, sicché la morte e il fallimento non sono l’ultima parola, non sono un oscuro, fatale destino. Dio ha dimostrato di poter fare scaturire di lì la vita. Ma tutto questo reca in sé anche un altro messaggio di speranza: Dio, che soffre con noi in un atto supremo di amore, ama il mondo! Egli non permette il male tranquillamente, quasi crudelmente!  Il male non viene da lui, anzi, lui lo combatte. Dio si presenta a noi come Salvatore in una delle pene di morte più crudeli che l’umanità conosca: un palo verticale, una trave orizzontale; lì sopra, appeso, c’è un uomo che è Dio. Quella croce si protende in ogni direzione come un uomo dalle braccia tese, indica l’insondabile mistero di Dio, il centro del mistero. Sulla croce Dio ha aperto il suo cuore, ha rivelato il suo più profondo segreto: un Dio solidale con tutti gli uomini.
  • Il messaggio di questa Domenica sembra fatto apposta per una comunità che riprende il proprio cammino di fede con l’inizio del nuovo anno pastorale. Ad ognuno di noi, come a Pietro, Gesù chiede di mettersi dietro a lui, di seguirlo per la via che passa attraverso la croce, per testimoniare a tutti l’amore di Dio. Nulla può incrinare la fiducia del Servo di Dio (Prima Lettura), ne­anche le peggiori atrocità rivolte contro di lui. Egli sa che Dio è con lui: questo è il fondamento della sua forza e della sua spe­ranza nel buon esito della sua missione. È impossibile uscire dalle “funi di morte”, liberarsi dai “lacci degli inferi”. E i credenti che danno voce alla loro tristezza e alla loro angoscia sanno che Dio può salvare e liberare dalle situazioni più tragiche e per questo cantano la loro fiducia assoluta nel Signore (Salmo responsoriale). Proprio Pietro, che ha dichiarato la sua fede in Gesù, il Messia, si sente trattato da “satana”, da “avversario”. Egli vuole bene a Gesù e pertanto desidera che gli siano risparmiate le sofferenze appena accennate. Ma così facendo si mette davan­ti a lui e pretende di tracciargli la strada. Ma Gesù, il Messia di Dio, sarà un Messia sofferente che dona la sua vita fino in fon­do. La sua forza è quella dell’amore, del sacrificio, del servizio (Vangelo).
  • In tutte queste Domeniche l’invito del Signore è sempre stato quello a operare scelte radicali, che non ammettono compromessi. Egli non fa lo sconto a nessuno! Essere credenti sul serio, essere coerenti costa sacrificio: anche questo fa parte della croce che ogni giorno dobbiamo portare. Ci tocca perdere la nostra vita per salvarla! Perdere la vita vuol dire donarla, vuol dire non ritenerla nostra proprietà esclusiva, vuol dire riconoscere che essa deve essere spesa per gli altri, lontana da ogni forma di egoismo. Il nostro tempo, la nostra forza, la nostra salute, le nostre capacità, la nostra intelligenza… ci sono state donate perché noi le mettiamo a frutto e le condividiamo con gli altri. Ricordiamo, dunque, che la via della salvezza passa attraverso la croce. E’ stato vero per Gesù, è vero per il discepolo!
  • Oggi la Liturgia ci consegna la parte “centrale” del Vangelo secondo Marco. La professione di fede di Pietro sabbiamo bene che fa da “cerniera” tra le due parti essenziali in cui suddividere il secondo Vangelo. Sebbene si tratti di una esplicitazione essenzialmente biblica, da spiegare bene durante eventuali catechesi, non sarà fuori luogo fare qualche breve cenno nell’omelia.
  • Sarà opportuno, oggi, laddove (purtroppo) non si fa abitualmente, portare in processione all’introito la Croce (magari quella più bella!) con i ceri e l’incenso. La croce, poi, collocata nel luogo opportuno, sarà venerata e incensata all’inizio della Liturgia e dopo la presentazione dei doni. Vi si ponga, inoltre, presso la croce un’adeguata composizione.
  • La professione di fede pronunciata da Pietro nell’episodio evangelico sollecita una sottolineatura del Credo dopo l’omelia. Può essere introdotto con una monizione e valorizzato con acclamazioni cantate («Credo, Signore. Amen», o altre simili) da inserire tra i vari articoli del Simbolo.

TESTI E MATERIALI

RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE

** Suggerimenti XXIV TO B Suggerimenti

** Riti di Introduzione con Atto penitenziale XXIV TO B Riti d introduzione

** Riti di conclusione XXIV TO B Riti di conclusione

SALMO RESPONSORIALE

** prima proposta, da Psallite

partitura Salmo XXIV TO B Psallite Pantaleo

audio

** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo XXIV TO B LD

** terza proposta, dal m° Impagliatelli

partitura Salmo XXIV TO B Impagliatelli

audio

 

PREGHIERA DEI FEDELI

** prima proposta XXIV TO B Pdf 1

** seconda proposta XXIV TO B Pdf 2

** da Orazionale CEI Pdf TO XXIV OR CEI