PRIMA DOMENICA DI AVVENTO – C
Inizio dell’Anno liturgico
Rialza il capo dell’umanità oppressa dal male.
- Il nuovo anno liturgico è sempre inaugurato da un messaggio di attesa che ci apre alla speranza escatologica del ritorno di Dio in mezzo al suo popolo, per portare il suo giudizio e la sua salvezza. Questa attesa non è vana ma trova compimento sorprendente e indisponibile nell’evento dell’incarnazione. A Natale il Figlio si fa carne, nell’umanità di Gesù, Dio stesso prende dimora nella nostra storia, vive il nostro mondo e ci dona la sua pace. Con fede e stupore siamo chiamati a preparare e accogliere questo dono e a viverne ogni giorno per crescere nel nostro cammino di fede incontro al Signore.
- «Avvento» significa “venuta” perché è memoria gioiosa della Venuta del Figlio di Dio nella nostra carne. Ma è anche un ‘occasione per ridestare la nostra capacità di riconoscere il Signore Risorto che ci visita con le sue “venute” quotidiane. Egli, infatti, ci dona la sua presenza attraverso la Parola e i Sacramenti, e ci viene incontro in ogni povero che domanda il nostro soccorso, la nostra bontà, la nostra tenerezza. Questo tempo, poi, ci tiene desti, pronti ad accogliere quella “venuta” del Signore Gesù nella gloria che coinciderà con il compimento. Allora tutti potremo vedere il progetto di Dio diventare realtà di gioia per ogni uomo, e assisteremo alla definitiva sconfitta del male e alla cancellazione di tutto quello che ci rovina la vita.
- La Chiesa primitiva insisteva molto sulla vigilanza (Vangelo). Bisogna tenersi pronti per il ritorno imminente del Signore che sarà imprevedibile, sarà una sorpresa come la visita inattesa di un ladro. Ma nell’anno 70, un avvenimento segnò profondamente l’idea dei credenti sul ritorno del Signore: la distruzione di Gerusalemme richiamava ad ebrei e cristiani la fine del mondo presente. Nel Vangelo di oggi tutto è descritto come se si trattasse di una catastrofe cosmica che scuote gli astri e getta gli uomini nella massima confusione (vv. 25-26). L’evangelista Luca non intende necessariamente annunciare la fine del mondo (diremmo meglio, la fine di “questo” mondo!): egli ricorre al genere letterario delle apocalissi per dire che la caduta di Gerusalemme sarà una tappa decisiva per instaurare il Regno di Jahwè sul mondo. La conclusione che dall’avvenimento hanno tratto i primi cristiani è importante: la fine di Gerusalemme non ha coinciso col ritorno del Signore; dunque, il ritorno del Signore ha per la vita presente un’attualità permanente e imprevedibile.
- La celebrazione dell’Eucaristia colloca chi vi partecipa in stato di attesa del Signore e, insieme, realizza quel lento e paziente ritorno del Signore nella storia dell’umanità e di ogni uomo, fino a quando verrà di nuovo nello splendore della sua gloria. Partecipare all’Eucaristia con la convinzione che il ritorno del Signore è cosa estranea alla storia degli uomini, perché vanificherà ogni sforzo umano con la sua subitaneità, è mentire all’Eucaristia fatta dal pane e dall’amore dell’uomo stesso; è non capire il vero significato del ritorno del Signore. Il Regno, nel suo divenire, è presente; si tratta di imparare a scoprirlo. Chi è vigilante si preoccupa dell’estensione del Regno del Figlio dell’uomo, così da scoprirlo in germe in ciascuno ed in tutti.
- Siamo al primo giorno dell’Anno liturgico e dell’Avvento, quindi un’occasione per vivere una prima tappa significativa della nostra fede. Tempi nuovi, infatti, ci attendono ed i poveri ed i miseri saranno i primi a rallegrarsi di quel germoglio che trasformerà la storia (Prima Lettura). Il credente è chiamato a rispondere con la sua disponibilità, a mettersi sulle le vie nuove che Dio sta tracciando (Salmo responsoriale). E l’attesa del compimento, che comporta uno spirito di vigilanza. I discepoli sono chiamati a volgersi verso il “giorno” del Signore, senza lasciarsi appesantire da bagagli inutili, senza lasciarsi impaurire dal vecchio che scompare per lasciar posto al nuovo (Vangelo). La buona notizia esige una buona condotta, contrassegnata da un amore sovrabbondante, da uno stile nuovo, da relazioni nuove (Seconda Lettura).
- Il tempo di Avvento non è tempo di penitenza (attenzione a non confonderlo e/o uguagliarlo alla Quaresima!), ma di essenzialità: chi attende non si distrae, non si “diverte”, cioè, non cerca di spostare l’attenzione. Nelle celebrazioni di Avvento bisognerebbe cercare di concentrare l’attenzione sull’essenziale.
- I tempi forti vengono quasi sempre sottolineati con un “di più” di segni, di parole, di gesti… Invece, il colore viola dei paramenti, la mancanza del Gloria e tutti i temi e i testi dell’Avvento che parlano di attesa, sottolineano una certa assenza, una sorta di sottrazione di elementi per giungere all’essenzialità.
- La processione introitale sottolinea due aspetti che l’Avvento ci chiama a vivere — un nuovo inizio e il cammino — e quindi va curata con particolare attenzione.
- In questo giorno in cui la Chiesa celebra il suo “capodanno”, la Liturgia abbia decisamente un’impronta solenne. Se non lo si fa già, può essere il momento opportuno per iniziare a cantare i testi eucologici (orazioni, prefazio, benedizione solenne) e tutte quelle parti della Liturgia che si esprimono in canto, come la nuova edizione del Messale da un anno a questa parte ci sollecita (Kyrie eleison, Salmo responsoriale, Anamnesi e Dossologia della Prece Eucaristica, litanie per la frazione del pane…)… non ci stancheremo mai di ricordarlo!!!
- Il “Padre nostro” è bene pregarlo (in canto) “a testa alta” e a braccia levate, per indicare il tendere a Dio che viene.
- Laddove se ne vede l’esigenza pastorale si può preparare la corona dell’Avvento che annuncia l’avvicinarsi del Natale. Questo segno, richiamandoci la progressiva vittoria della luce sulle tenebre, ci invita a camminare incontro al Cristo, vera luce che viene a vincere le tenebre del male e della morte.
- Per la collocazione della corona occorre valutare gli spazi a disposizione. Questo segno deve comunque essere ben visibile a tutti e adeguatamente valorizzato, ma senza oscurare mai l’altare e/o l’ambone.
- La scelta dei canti deve tener presente il tempo liturgico, incentrato sull’incoraggiamento, sulla consolazione e sulla speranza. Per questo, siano “propri” del tempo di Avvento!
TESTI E MATERIALI
PER COMPRENDERE E CELEBRARE: SUSSIDIO CEI 2024
** Introduzione generale: INTRODUZIONE-AL-TEMPO-DI-AVVENTO-2024
** Domenica corrente: SUSSIDIO-I-DOMENICA-DI-AVVENTO-2024
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Suggerimenti generali: I Avvento suggerimenti generali
** Suggerimenti per i canti: I Avvento suggerimenti canti
** Accensione della corona di Avvento: I Avvento corona
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale: I Avvento C Riti di introduzione
** Riti di conclusione: I Avvento C Riti di conclusione
** Per pregare attorno alla corona di Avvento Libretto Preghiera Corona
SALMO RESPONSORIALE
Si vedano le proposte complete nell’ apposito articolo
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo I Avvento C Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo I Avvento C Lodate Dio
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo I avvento C Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta I Avvento C Pdf 1
** seconda proposta I Avvento C Pdf 2
** terza proposta I Avvento C Pdf 3
** da Orazionale CEI