ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
14 Settembre 2025
Nell’albero della Croce hai stabilito
la salvezza dell’uomo
- Gli Orientali oggi celebrano la Croce con una solennità paragonabile a quella della Pasqua. Costantino aveva fatto costruire a Gerusalemme una basilica sul Golgota e un’altra sul Sepolcro di Cristo Risorto. La dedicazione di queste basiliche avvenne il 13 settembre dei 335. Il giorno seguente si richiamava il popolo al significato profondo delle due chiese, mostrando ciò che restava del legno della Croce del Salvatore. Da quest’uso ebbe origine la celebrazione del 14 settembre. A questo anniversario si aggiunse, poi, il ricordo della vittoria di Eraclio sui Persiani (628), ai quali l’imperatore strappò le reliquie della Croce, che furono solennemente riportate a Gerusalemme.
- La celebrazione di oggi assume anche un significato ben più grande di quello prettamente storico: è la celebrazione del mistero della croce che Cristo, da strumento di ignominia e di supplizio, ha trasformato in strumento di salvezza. La formulazione più profonda di questo mistero si ha nella Seconda Lettura di questa festa, tratta dalla lettera di Paolo ai Filippesi: «Cristo umiliò se stesso fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al disopra di ogni altro nome». Così pure Giovanni, nel brano evangelico, ci dà una lettura preziosa del mistero della croce, quella dell’amore di Dio: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna».
- La glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della croce e l’antitesi sofferenza-glorificazione diventa fondamentale nella storia della Redenzione. Cristo si sottomette volontariamente alla condizione umiliante di schiavo (la croce, dal latino “crux”, cioè tormento, era riservata agli schiavi) e questo supplizio infamante viene tramutato in gloria eterna. Così la croce diventa il simbolo e il compendio della religione cristiana. La stessa evangelizzazione, operata dagli apostoli, è presentazione di Cristo crocifisso. S. Paolo afferma: «Predico Cristo e Cristo crocifisso», «Di null’altro mi vanto, se non della croce di Cristo». Anche noi possiamo pregare con la liturgia: «Di null’altro ci glorieremo se non della croce di Cristo Gesù, nostro Signore: Egli è la nostra salvezza, vita e resurrezione. Per mezzo di Lui siamo stati salvati e liberati». Ecco la nostra fede, ecco la nostra salvezza! Per questo ogni nostra preghiera, ogni nostra azione, inizia con il segno della croce. Esso ci aiuta a ricordare, a celebrare, ad accogliere, a vivere l’amore infinito di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, come ci è dimostrato da Gesù sulla croce. Ecco il richiamo e la testimonianza forte del Papa, che continua a consegnare la croce a giovani. Nella croce si trova il senso vero della vita di ciascuno e della storia del mondo. Per questo è il segno più grande della speranza. Diventa allora il segno e la forza della testimonianza cristiana che i giovani, come gli adulti, e la Chiesa intera sono chiamati a offrire al mondo in ogni epoca della storia. Ogni croce o sofferenza che noi stessi viviamo e che l’umanità intera vive sono la partecipazione alla croce di Cristo per la salvezza del mondo. Dice S. Paolo: «Completo nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo, a vantaggio del suo Corpo, che è la Chiesa». Ciò che è stoltezza, diventa sapienza; ciò che è considerato disgrazia diventa grazia e benedizione. S. Ignazio di Antiochia scriveva prima di subire il martirio: «Sono frumento di Cristo. Ora comincio ad essere discepolo… preferisco morire in Gesù Cristo che regnare sulla terra. Lui cerco, Lui che è morto per noi; Lui voglio, Lui che è risuscitato per noi… Concedetemi di essere imitatore della passione del mio Dio, per divenire partecipe della sua risurrezione». Possiamo concludere con l’acclamazione: “Ti saluto o croce santa, che portasti il redentore…”. È il canto pasquale che accompagna i fedeli mentre fanno l’adorazione della croce. Questo saluto oggi diventa una festa e una esaltazione che riguarda in primo luogo Colui che “umiliandosi per noi si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce. E Dio stesso lo ha poi esaltato perché ogni ginocchio si pieghi in cielo e in terra e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore”. Celebriamo, quindi, la gloria di Dio Padre, la nostra liberazione e tutto quel grandioso evento salvifico che noi chiamiamo redenzione, salvezza, riscatto. Tutto questo ci infonde speranza, luce e forza: anche noi indissolubilmente legati alla croce, alla sofferenza, veniamo esaltati perché redenti, perché anche noi siamo candidati alla risurrezione con Cristo.
- L’uso liturgico, che vuole la Croce presso l’altare quando si celebra la Messa, rappresenta un richiamo alla figura biblica del serpente di rame che Mosè innalzò nel deserto: guardandolo gli Ebrei, morsicati dai serpenti erano guariti. Giovanni nel racconto della Passione dovette aver presente il profondo simbolismo di questo avvenimento dell’Esodo (cfr. Prima Lettura), e la profezia di Zaccaria, quando scrive: «Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto» (Zc 12,10; Gv 19,37).
- Il simbolo della croce ha sacralizzato per secoli ogni angolo della terra e ogni manifestazione sociale e privata. Oggi rischia di essere spazzato via o peggio strumentalizzato da una moda consumistica. Tuttavia, rimane sempre un simbolo che fa volgere lo sguardo a tutti i «crocifissi» di sempre: i poveri, gli ammalati, i vecchi, gli sfruttati, i bambini subnormali, ecc. Essi sono i più degni di essere collocati nel «vivo» delle nostre Eucaristie. A noi, figli del «benessere», verrà la salvezza tramite loro, per i quali è sempre valida la parola del Vangelo: «Avevo fame… avevo sete… ero forestiero… ero nudo… ero malato…» (v. Mt 25).
- La Liturgia odierna abbia un tono prettamente solenne e pasquale. Si metta in risalto la Croce con una adeguata e generosa composizione floreale e una buona illuminazione (dei ceri accesi in segno di festa).
- Si faccia la processione d’ingresso con la croce (possibilmente non croce astile, ma croce senza crocifisso, segno che Cristo è risorto ed è salvezza per tutti coloro che oggi sono crocifissi), i ceri e l’incenso, accompagnata da un inno alla croce.
TESTI E MATERIALI
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale Esaltazione croce Riti introduzione
** Riti di conclusione Esaltazione croce Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo Esaltazione della Croce Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo Esaltazione croce LD
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta Esaltazione croce Pdf 1
** seconda proposta Esaltazione croce Pdf 2
** terza proposta Esaltazione croce Pdf 3
** da Orazionale CEI Pdf Esaltazione croce OR CEI