Indicazioni e testi per celebrare

Presentazione del Signore e memoria di San Biagio

 PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA

In questo giorno i fedeli corrono incontro al Signore, portando lumi e acclamando a lui, insieme a Simeone che riconobbe Cristo «Luce per illuminare le genti».

I fedeli siano dunque educati a camminare in tutta la loro vita come figli della luce, perché devono offrire a tutti la luce di Cristo, diventando essi stessi lumi ardenti nelle loro opere.

(Caeremoniale Episcoporum)

 

La Giornata della Vita consacrata sarà celebrata nella festa in cui si fa memoria della presentazione che Maria e Giuseppe fecero di Gesù al tempio “per offrirlo al Signore” (Lc 2, 22).

La Presentazione di Gesù al Tempio costituisce così un’eloquente icona della totale donazione della propria vita per quanti sono stati chiamati a riprodurre nella Chiesa e nel mondo, mediante i consigli evangelici, “i tratti caratteristici di Gesù vergine, povero ed obbediente” (Esort. ap. Vita consecrata n.1).

Alla presentazione di Cristo si associa Maria.

La Vergine Madre, che porta al Tempio il Figlio perché sia offerto al Padre, esprime bene la figura della Chiesa che continua ad offrire i suoi figli e le sue figlie al Padre celeste, associandoli all’unica oblazione di Cristo, causa e modello di ogni consacrazione nella Chiesa.

(S. Giovanni Paolo II, Messaggio per la I giornata della vita consacrata)

LA CELEBRAZIONE IN DUOMO

Martedì 2 Febbraio alle ore 17.00, nella Basilica Cattedrale,

mons. Vescovo Oscar Cantoni, presiederà la Santa Messa Pontificale in occasione della Festa della Presentazione del Signore, giornata per la vita consacrata.

Sono invitati a partecipare alla celebrazione, in modo particolare, tutte le espressioni della vita consacrata che ne hanno la possibilità (rispettando le normative date dall’ autorità civile e in vigore nel giorno della celebrazione): i religiosi e le religiose, i membri degli Istituti secolari, delle società di vita apostolica, dell’ ordo virginum, dell’ ordo viduarum, insieme a tutto il popolo di Dio.

Si prega di giungere per tempo per occupare i posti e prendere parte alle necessarie prove di canto.

 Ritrovo:

a Como alle ore 16.40 direttamente in Cattedrale.

I sacerdoti che intendono concelebrare portino il proprio camice. Troveranno la casula in Duomo. Si prega di non dimenticare il camice: le norme di tutela sanitaria rendono difficoltoso, per la sacrestia, poter provvedere.

LA CELEBRAZIONE NELLE PARROCCHIE

 La celebrazione del 2 Febbraio è sentita anche in molte comunità della nostra Diocesi. In altre, questo tempo di pandemia, che ci richiama all’ essenziale, potrebbe essere occasione per riscoprirla. Dai testi liturgici e scritturistici del Messale e del Lezionario è facile comprendere che ben si presta ad un invito a partecipare da parte di tutto il popolo di Dio: ragazzi, genitori, nonni, insieme ai consacrati presenti nelle comunità, senza dimenticare le mamme che attendono un figlio. Tutti sono accomunati dal simbolismo, molto evidente, del camminare come figli della luce e discepoli del Signore.

Il rito è ben descritto nel Messale e non richiede commenti. Sarà invece necessario, in questo tempo segnato da una giusta tutela sanitaria, porre in atto qualche adattamento. Ovviamente tutto dipende dalle situazioni contingenti: ampiezza delle chiese, numero di fedeli presenti. Possiamo desumere un criterio generale, per vivere la liturgia in questo tempo: è necessario procedere con saggezza, senza superficialità ma nemmeno attuando un minimalismo che priva il rito di ogni segno o aspetto fisico. Occorre vincere la tentazione di vivere una liturgia “depotenziata” dai suoi linguaggi propri.

Una annotazione importante: le candele sono benedette per essere portate in processione o almeno tenute in mano accese dai fedeli, all’ inizio del rito. Questo è ovviamente possibile: basta una distribuzione attenta da parte di alcuni incaricati. Le candele saranno poi portate a casa dai fedeli, come tradizione. Nelle chiese dove la prudenza, a motivo dell’ impossibilità di un luogo di raduno distanziato o dell’ alto numero di fedeli sconsigli di attuare lo schema rituale nella sua interezza quest’ anno si potrà adattare il rito curando una sorta di lucernario iniziale.

SCHEMA CELEBRATIVO:  Presentazione del Signore 2021 impaginato

BENEDIZIONE DELLA GOLA NELLA MEMORIA DEL MARTIRE SAN BIAGIO.

Le premesse del Benedizionale (Benedizione per la salvaguardia  della salute in una memoria della  Vergine Maria o di un santo) ci permettono di comprendere il significato di questa benedizione:

 

  1. Alla luce della parola di Dio, l’infermità, entrata nel mondo a causa del peccato, acquista un valore pedagogico redentivo; ed ha in Cristo, uomo dei dolori, il suo vertice e il suo compimento salvifico (cfr Giovanni Paolo II, «Salvifici doloris», III e IV).

Come Giobbe il credente, si benedice il Signore anche nell’esperienza dell’infermità e del dolore (cfr 1,21).

Nella prospettiva messianica è compresa la vittoria su tutte le conseguenze fisiche e morali della colpa originale. Gesù stesso durante la sua vita terrena si è fatto medico e medicina degli infermi, trasmettendo agli Apostoli il carisma e il ministero della guarigione (Mc 16, 17-18), come presagio e profezia della liberazione definitiva da ogni lacrima e dolore (cfr Ap 7, 17). In questo spirito il popolo cristiano si rivolge al Signore, per intercessione della Vergine e dei Santi, particolarmente presenti nella devozione popolare, — come ad es. la beata Vergine Maria venerata sotto il titolo della salute, san Biagio, santa Lucia o altri santi secondo le consuetudini locali — al fine di esser salvaguardato dalla malattia, e comunque per ricuperare il valore della sofferenza in unione con i patimenti di Cristo (cfr Col 1, 24).

  1. Il pastore d’anime procuri che i fedeli intendano bene il vero significato del rito. Il celebrante nella sua monizione o allocuzione abbia davanti agli occhi, per quanto è possibile, quelle tradizioni e quelle narrazioni della vita dei Santi, che possono mettere in luce l’origine e il senso della particolare celebrazione che si fa in loro onore. È necessario comunque che sempre sia rispettata la verità storica.

E’ quindi possibile, ovviamente, celebrare il rito di benedizione, nei suoi elementi descritti dal Benedizionale. Si adatti al tempo di epidemia il n. 1939: i fedeli potranno lo stesso portarsi presso l’altare per ricevere singolarmente la benedizione ma si ometta il gesto delle candele incrociate sotto il mento. Si potrà semplicemente tracciare un segno di croce, dopo aver steso la mano verso i fedeli pronunciando la prima parte della formula.

 

don Simone Piani, maestro delle celebrazioni liturgiche.