Testi per celebrare

Santi Pietro e Paolo

SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI

 

«Il Vangelo da me annunciato

non segue un modello umano»

 

  • Così annuncia questa solennità il nuovo Martirologio Romano: «Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo».
  • Su che cosa si fonda la nostra fede cristiana? Non sui ragionamenti teorici di filosofie umane, né su rivelazioni segrete diffuse da capi carismatici: essa si fonda su fatti accaduti in luoghi e tempi precisi, testimoniati dagli apostoli. Noi crediamo in Gesù di Nazareth, morto e risorto, così come ce lo hanno testimoniato coloro che videro e udirono, camminarono con lui e lo incontrarono vivo dopo la risurrezione. Sulla loro testimonianza si fonda la Tradizione apostolica, scritta nel Nuovo Testamento e ravvivata ogni giorno dalla predicazione, dalla vita e dalle celebrazioni della Chiesa.
  • Pietro e Paolo sono le colonne della Tradizione cristiana. Pietro, la roccia sulla quale Cristo ha fondato la sua Chiesa (Mt 16,16); Paolo, il fariseo divenuto apostolo itinerante di Gesù incontrato sulla via di Damasco. I loro nomi rappresentano tutti gli apostoli, riuniti nella predicazione e nel martirio per annunciare il Vangelo «fino ai confini del mondo», come aveva loro comandato il Cristo: il vangelo di Marco è stato scritto per rendere imperitura la predicazione di Pietro, Paolo ci ha lasciato una decina di lettere inviate alle Comunità della Turchia e della Grecia da lui fondate. Ancora oggi il Papa e il collegio episcopale si appellano a loro due per pronunciare un insegnamento solenne o una solenne benedizione che renda attuale e viva la Tradizione apostolica, da cui Papa e vescovi traggono luce e forza. Essi sono oggi “pastori della Chiesa” in virtù del riferimento alla Tradizione apostolica, nello Spirito Santo.
  • Simone di Galilea fu chiamato “Cefa” o Pietra (da cui il nome Pietro) da Gesù, che fu ospitato in casa sua, agli inizi del ministero pubblico. Corre al sepolcro, mosso dalle parole delle donne che affermano di averlo trovato vuoto (Gv 20,6; Lc 24,12); è chiamato da Gesù stesso sulle rive del lago a confermare il suo amore per lui in un dialogo dalle sfumature misteriose e con l’incarico specifico di «pascere le pecore» di Cristo; testimone della trasfigurazione e della risurrezione dovrà «confermare nella fede i propri fratelli» (Lc 22,32). Lo incontriamo protagonista nella vita della prima Comunità a Gerusalemme: deve essere spinto da Paolo e dallo Spirito Santo ad aprire la predicazione anche ai pagani (At 10). Comunque il suo ruolo di guida è riconosciuto da tutti i testi neotestamentari e da Paolo; ed è confermato dalla letteratura dei Padri della Chiesa che riconoscono in lui il fondamento della Chiesa a cui bisogna rivolgersi per avere la testimonianza autentica sul Vangelo in cui crediamo. Nonostante le sue debolezze (rinnegò Gesù durante il processo…), nonostante i suoi dubbi, nonostante le sue incertezze (riguardanti l’osservanza della legge di Mosè tra i primi cristiani) fu “pietra angolare” dell’edificio vivente che si andava costruendo attorno a lui, fatto di Giudei e di Greci, di fede e di comunione visibile, cioè la Chiesa.
  • Accanto a Pietro, un altro nome: Paolo. Personaggio straordinario, intelligente e vivace come ci rivelano i suoi scritti. Impulsivo e profondo nel suo pensiero, “afferrato da Cristo” e spinto a predicare unicamente «Gesù e questi crocifisso». Pone al centro della sua predicazione quel Vangelo che lui stesso aveva ricevuto dagli altri apostoli nel 35-36 d.C., in seguito all’esperienza della via di Damasco. Traccia l’ideale del cristiano come colui in cui vive Cristo stesso, a cui apparteniamo: «Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me…» tanto che «per me vivere è Cristo». Nei suoi tre viaggi missionari fondò moltissime Comunità cristiane. Ritornato a Gerusalemme, fu arrestato e con un quarto viaggio condotto prigioniero a Roma, dove alcuni anni dopo trovò la morte con Pietro. Il suo testamento spirituale, riprodotto da Luca in At 20, mentre saluta i presbiteri di Mileto, e ciò che egli stesso (o un suo discepolo) scrive nella seconda lettera a Timoteo, ci fanno intravedere la sua santità e la sensibilità del suo animo: «Io sto per essere versato…, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero» (2 Tm 4).
  • La parola degli apostoli Pietro e Paolo e la loro dedizione al Vangelo ci suggeriscano oggi nuove forme di testimonianza negli ambienti in cui viviamo, fedeli al Cristo che essi ci hanno consegnato.
  • Celebrare gli apostoli su cui si fonda la Chiesa è riaffermare la nostra appartenenza alla Chiesa, il nostro attaccamento ad essa, la Chiesa Questa festa ne celebra le origini e le fondamenta. Pietro con la sua professione di fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», è il custode della fede e il centro di unità della Chiesa. Paolo è l’inviato in missione che deve rendere grande il nome di Cristo fra le genti. È una festa di Dio. In lui, per lui e grazie a lui esistono i santi. Ma ogni festività è presenza di Cristo: i santi nella venerazione del popolo cristiano condividono la stessa corona di gloria. Nell’Eucaristia preghiamo per la Chiesa e per i suoi pastori: «Conferma nella fede e nell’amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra» (Preghiera Eucaristica III).
  • Periodicamente, da quando non è più giorno festivo riconosciuto civilmente, la solennità odierna capitando di Domenica ne sostituisce la Liturgia.
  • Chi programma la celebrazione non può dimenticare di fornire brevi ma esatte informazioni sulla vita, sulla personalità, sulla morte e sulla sepoltura dei due apostoli. Siamo in un periodo che vede in genere chiusa la catechesi parrocchiale, ma in genere le attività estive occupano la programmazione di molte parrocchie. Forse è il caso la settimana precedente o seguente di programmare un momento in cui presentare i due apostoli.
  • In ogni caso sarà opportuno porre presso o vicino il presbiterio un’immagine degli apostoli Pietro e Paolo, che all’inizio della Messa e durante il canto del Magnificat la si può venerare incensandola.
  • Il tono dell’intera Liturgia non manchi di solennità: uso dell’incenso, processione con la croce, i ceri e l’Evangeliario, il canto dei testi eucologici, ecc.
  • Non può mancare oggi la preghiera per il Papa, successore degli apostoli Pietro e Paolo, che presiede “nella carità” alla Chiesa universale. Sarà opportuno, accompagnare la preghiera con un gesto di carità verso il Santo Padre, che egli destinerà secondo le esigenze della Chiesa.

TESTI E MATERIALI

RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE

** Riti di Introduzione con Atto penitenziale Santi Pietro e Paolo Riti di introduzione

** Riti di conclusione Santi Pietro e Paolo Riti di conclusione

SALMO RESPONSORIALE: MESSA DELLA VIGILIA

** prima proposta, da Psallite

partitura Salmo Pietro e Paolo vigilia Psallite

audio

** seconda proposta, da Lodate Dio

Salmo Pietro e Paolo Vigilia LD

 

SALMO RESPONSORIALE: MESSA DEL GORNO

** prima proposta, da Psallite

partitura Salmo Pietro e Paolo giorno 1

audio

** seconda proposta, da Lodate Dio

Salmo Pietro e Paolo giorno LD

PREGHIERA DEI FEDELI

** prima proposta Santi Pietro e Paolo Pdf 1

** seconda proposta Santi Pietro e Paolo Pdf 2

** da Orazionale CEI Pdf OR CEI Pietro e Paolo