SECONDA DOMENICA
DOPO NATALE
«Egli era, in principio, presso Dio»
- Posta tra la solennità di Maria Madre di Dio e l’Epifania, questa Domenica rischia di essere vissuta un po’ in sordina. D’altronde non si può assicurare un’intensità troppo prolungata! Essa rappresenta, in ogni caso, una felice opportunità per approfondire il mistero dell’Incarnazione nel quale non si entra d’improvviso, magicamente, ma solo a piccoli passi.
- Il clima celebrativo della Seconda Domenica dopo Natale è molto diverso da quello della notte o del giorno di Natale. L’assemblea liturgica è per lo più composta da fedeli abituali. Malgrado il fascino e il calore tipici del tempo natalizio stiano ormai scemando, la Liturgia ci richiama costantemente al senso autentico del Natale: il Figlio di Dio si è fatto carne, la Sapienza, dono d’amore di Dio, ha preso dimora (Gv 1) nella nostra storia.
- Dio ha voluto che la sua Parola diventasse carne. Niente di più ardito, misterioso, inatteso. La sua perfezione, grandezza e bellezza che assume la carne umana, con tutto ciò che essa comporta. È questo il mistero del Natale. È tutto qui. Ed è straordinariamente grande. Dio prende carne, Dio diventa uno di noi, Dio accetta di ferirsi, di lacerarsi, addirittura di morire per cambiare la nostra vita. Ed è qui la consolazione che il Natale porta ad ognuno di noi.
- La Parola di Dio è apparsa visibile, tangibile, in forma umana. Gesù è per noi il volto di Dio, l’immagine visibile del Dio invisibile. Gesù è la Sapienza che illumina e salva.
- «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e ho ricoperto come nube la terra… Prima dei secoli, fin dai principio, egli mi creò… ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso…». La Prima Lettura di questa Domenica costituisce uno dei grandi elogi della Sapienza divina: essa si identifica da una parte con la Parola di Dio personificata, dall’altra con lo Spirito divino che si librava sulle acque primordiali. Il prologo di Giovanni (Vangelo) ha un andamento molto simile: Gesù è la Parola, il Verbo, in quanto rivelazione definitiva del Padre. E la Parola, per Giovanni (l’evengelista), evoca precisamente il ricordo della Parola divina dell’Antico Testamento, Parola che trova la sua perfezione in Gesù: egli è la Parola di Dio fattasi carne per la vita del mondo. La Seconda Lettura è costituita dall’inno con cui Paolo inizia la lettera ai cristiani di Efeso: Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli per opera di Gesù. Dobbiamo chiedergli “uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui”. Ci troviamo di fronte ad un grande trittico scritturistico: con toni solenni celebriamo l’intervento di Dio Padre nella storia degli uomini nella Persona annunciata nell’Antico Testamento; il Verbo è la Parola di Dio che si è fatta carne e ha piantato la sua tenda fra noi; in lui Dio «ci ha benedetti con ogni benedizione…».
- A differenza di Luca e Matteo, l’evangelista Giovanni non è un narratore, che racconta con dovizia di particolari la nascita e l’infanzia di Gesù. Il suo prologo (Vangelo) è plasmato in un modo teologicamente molto esigente: la Parola viene ad essere il “progetto” che il Padre ha mandato per portare vita e luce a tutti gli uomini, accettando anche la possibilità del rifiuto. A questo “progetto” si riallaccia anche l’inno che san Paolo eleva al Padre (che, in greco, è un periodo unico, da cantare tutto d’un fiato!), perché fin dall’eternità ci ha eletti ad essere santi e immacolati, per diventare figli adottivi di Cristo ed ereditare quel tesoro di grazie che ci è riservato nei cieli.
- L’antifona d’ingresso richiama come «il Verbo onnipotente è disceso dal cielo nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa». Si faccia in modo che la celebrazione si svolga in un clima meditativo e di raccoglimento. Si dia importanza ai momenti di silenzio: all’atto penitenziale, dopo l’omelia, dopo la Comunione…
- La seconda Domenica dopo Natale, costituisce una specie di sosta, di pausa riflessiva, fatta apposta per approfondire il mistero dell’Incarnazione. Le letture, comunque, sono sempre le stesse nei 3 cicli, il che rende un po’ più arduo il compito dell’omileta in quanto c’è il rischio di ripetersi di anno in anno. Inoltre, chi a Natale ha partecipato alla Messa del giorno si imbatte ancora una volta nel prologo di Giovanni e, quindi, sente proclamare, a breve distanza di tempo, lo stesso Vangelo. Chi prende la parola scelga un tono piuttosto “sapienziale”, avviando una riflessione pacata sul mistero dell’Incarnazione, che aiuti a cogliere alcuni aspetti che possono essere stati ignorati il giorno di Natale.
- Il libro dei Vangeli può essere portato solennemente nella processione introitale e la preghiera di purificazione («Purifica il mio cuore…») o di benedizione al diacono («Il Signore sia nel tuo cuore…») prima della proclamazione del Vangelo può essere detta (eccezionalmente) ad alta voce, per valorizzare l’importanza della Parola. L’Evangeliario sia accompagnato, come sempre, da due ceri, per indicare che la Parola è luce. È bene incensare il Vangelo, prima della proclamazione, e scegliere la Quarta Preghiera Eucaristica, che evoca la Storia della Salvezza. E’ l’occasione per ricordare che il Verbo è ben più del Libro sacro e per richiamare le condizioni interiori per ricevere la Parola che salva.
- Si valorizzi il Padre nostro, che evoca l’annuncio paolino: «Il Padre ci ha scelti in Cristo predestinandoci a essere suoi figli adottivi». La fraternità tra di noi e con Cristo sia espressa nella preghiera corale e cantata della Preghiera del Signore con le mani alzate al cielo, come l’orante della Bibbia. A tal proposito è bene ricordare come sia decisamente fuori luogo (almeno nella Liturgia!) il prendersi per mano durante la preghiera del Padre nostro, in quanto tale atteggiamento non ha alcun precedente nella storia; dire che è espressione del nostro “essere fratelli” potrebbe essere solo una giustificazione catechistico-pastorale, del tutto non accettabile!
- 2025: Attenzione: questa Liturgia potra essere celebrata dal pomeriggio di Sabato 4 Genanio fino alla mattina di Domenica 5 Gennaio. Domenica pomeriggio entriamo già nella solennità dell’Epifania del Signore, per cui si celebrerà quella Liturgia, che ha un’eucologia propria per i primi Vespri.
TESTI E MATERIALI
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale II Natale Riti introduzione
** Riti di conclusione II Natale B Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo II Natale C Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo II Natale C LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo II Natale C Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta II Natale Pdf 1
** seconda proposta II Natale Pdf 2
** terza proposta II Natale Pdf 3
** da Orazionale CEI Pdf Natale prima Ep II OR CEI