Testi per celebrare

XIV Domenica del Tempo Ordinario – B 2024

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – B

Vinci l’incredulità dei nostri cuori

 

  • Anche tra i cristiani c’è gente disposta a percorrere mari e monti per riuscire ad avere una visione o un messaggio particolare che viene dall’alto, mostrando grande curiosità per ogni apparizione della Vergine e per i messaggi che essa ha affidato. La stessa gente magari diserta l’Eucaristia domenicale nella propria Parrocchia o non si cura di aprire la Bibbia o almeno il Vangelo. Tuttavia, appare abbastanza evidente che il Corpo del Signore Gesù, che ci viene donato ad ogni comunione, e la Parola di Dio, che viene proclamata in ogni azione liturgica, valgono infinitamente di più di qualsiasi apparizione o messaggio, supposti o accertati. E allora perché continuano ad avvenire cose di questo genere? Forse una spiegazione c’è. Ed è la stessa che dovette darsi Gesù di fronte al rifiuto dei suoi compaesani di Nazaret. Gesù era uno di loro. Era vissuto per tanti anni in quel piccolo villaggio della Galilea senza fare nulla di straordinario.
  • L’annuncio e la testimonianza della fede possono correre il rischio dell’insuccesso. È il grande paradosso dell’esperienza cristiana: sia­mo chiamati ad annunciare la forza della presenza di Dio attraverso la nostra debolezza. Il cristiano non è un essere perfetto e non può neppure pretendere di presentarsi agli altri come migliore di loro. Può soltanto mo­strare con la sua vita che tutto è grazia. Di conseguenza, dalla fede non scaturisce alcuna forma di arroganza o di superiorità rispetto ad altre scelte o credenze. Chi sceglie di seguire Cristo può solo interrogarsi di con­tinuo sulla sincerità della sua adesione a Lui e sul progetto di vita che ne consegue, con piena fiducia nella misericordia di Dio. Inoltre, il vero progresso non avviene con l’effervescenza o lo stupore di un momento. Non basta l’ebbrezza momentanea dell’inizio e neppure l’ascolto di piacevoli novità. Occorre un diuturno lavoro di accoglienza, una continua rielaborazione dei dati, per progredire verso il nuovo e il migliore. Occorre passare dal messaggio al messaggero, dall’azione all’operatore. Il passaggio è possibile quando si è attenti ai segnali della storia e docili ai suggerimenti interiori.
  • Il rifiuto di Dio fa parte della storia della fede: la Bibbia conduce un’eterna lotta contro l’idolatria, ossia la sostituzione di Dio con prodot­ti dell’uomo. Anche la storia del cristianesimo è costellata di incredulità e rifiuti, di nostalgie di idoli. Perciò anche per i cristiani il rischio di rifiutare Cristo è sempre presente, e accade ogni volta che a lui si antepongono scel­te o interessi contrari alla sua parola e al suo esempio. In questo sta il pec­cato. Nonostante questo, però, possiamo essere certi che non viene meno il sostegno della sua presenza nella lotta contro il peccato. Perciò non viene meno neppure la speranza che non siamo abbandonati a noi stessi e alla tentazione dell’autosufficienza.
  • Gesù compie la visita a Nazareth, l’unica, ricevendo una fredda accoglienza che diventa presto rifiuto. La presunta conoscenza nei suoi confronti blocca i suoi compaesani sulla soglia della superficialità, che si tramuta in colpevole responsabilità (Vangelo). La vicenda di Gesù ha trovato tanti antecedenti nell’Antico Testamento. É riportato il caso di Ezechiele, inviato agli esuli, che non danno credito alla sua parola e, in ultima analisi, alla Parola di Dio (Prima Lettura). Non si può dare per scontata la nostra conoscenza di Gesù, né presumere che la sua carta di identità ci sia fin troppo nota. Così ci rendiamo impermeabili allesorpresa. Capita di sentire che il Vangelo, il catechismo, la dottrina cattolica… sono tutte cose conosciute. Le abbiamo sentite fin da bambini. Se non stiamo attenti, ripetiamo lo stesso macroscopico errore degli abitanti di Nazareth. Il Vangelo, prima di essere un testo scritto, è una Persona, è Gesù stesso da accogliere in ogni momento. Se è vero che le pagine evangeliche non cambiano da duemila anni, è altrettanto vero che noi siamo in continuo mutamento, per età, per esperienze, per sentimenti. Gesù non giunge mai a noi allo stesso modo; ha sempre la riserva di piacevoli sorprese. Per questo non possiamo presumere di conoscerlo una volta per tutte, né dare per scontata una conoscenza acquisita in precedenza. C’è sempre la possibilità di un aggiornamento, di percepire sfumature nuove. In altre parole, occorre che ci mettiamo sempre in atteggiamento di ascolto, di disponibile ricettività dello Spirito che crea e ricrea.
  • Se l’idolatria caratterizza le nazioni pagane, l’incredulità tocca lo stesso popolo di Dio. Tutta la storia di Israele è costellata di incredulità, di rifiuti, di nostalgie e di ritorni verso gli idoli, di fiducia negli dèi dei popoli vicini, oppure di fiducia nelle grandi alleanze con i popoli pagani. Espressione toccante di questo rifiuto è la condizione del profeta, sempre ostacolato dal popolo, non accettato, spesso inseguito e perseguitato: «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati» (Mt 23,37). L’incredulità del popolo è sempre stato uno scandalo.
  • Con il peccato l’uomo, pretendendo di essere simile a Dio, vuol fare e decidere da sé ciò che è bene e ciò che è male. Da questa illusoria pretesa di autosufficienza e di rifiuto di Dio risulta distrutta l’immagine stessa dell’uomo, smarrito il senso della sua vita, diviso in sé stesso e dagli altri. Quanto più l’uomo rifiuta la comunione con Dio, infatti, tanto più diviene incapace di comunione con gli altri. Il peccato si trasforma sempre in esperienza di separazione, divisione, lotta, contrasto e solitudine. È una profonda incapacità a comunicare, a vivere in una unità d’amore, a comprendere e ad accogliere l’altro nelle sue aspirazioni ed esigenze (cfr.  CdA, pagg. 470-471).
  • Il passaggio da Dio alla storia si attiva nell’incontro profeta-popolo. Il profeta è chiamato da Dio, è trasformato dallo Spirito che entra nella sua vita, è avvisato delle difficoltà che incontra: vi sono cardi e spine! Il popolo rifiuta la parola dei profeti perché ha il cuore indurito e perché è staccato da Dio. Che fare? Non serve un pessimismo di fronte alle difficoltà, ma bisogna lavorare con onestà. E’ urgente l’obiettività senza cedere alla moda. Gli Israeliti dicono: la sconfitta è per errore politico e per calcolo sbagliato. Il profeta ribatte: non è questione di politica, ma di conversione; non è questione di eserciti, ma di riforma morale. E’ necessario passare dalla sfiducia all’assiduità senza scegliere scorciatoie per risolvere in fretta i problemi, confidando più nella grazia di Dio che nella nostra debolezza e continuando ad annunciare anche ciò che scandalizza.

TESTI E MATERIALI

RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE

** Atto penitenziale XIV TO B Riti Introduzione

** Riti di conclusione XIV TO B Riti conclusione

SALMO RESPONSORIALE

** prima proposta, da Psallite

partitura Salmo XIV TO B Psallite

audio

** seconda proposta, da Lodate Dio Salmo XIV TO B LD

** terza proposta, dal m° Impagliatelli

partitura Salmo Impagliatelli file-tempo-ordinario-xiv-domenica-anno-b

audio

 

PREGHIERA DEI FEDELI

** prima proposta XIV TO B Pdf 1

** seconda proposta XIV TO B Pdf 2

** da Orazionale CEI Pdf TO XIV OR CEI