NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO – A
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario
e ultima dell’Anno liturgico 2019/2020
Quando egli verrà nella gloria
- Quest’ultima Domenica dell’Anno liturgico, solennità di Cristo Re dell’universo, è una festa sintetica che, da una parte, chiude e, dall’altra, apre la porta, il cuore, la vita a colui che è, che era e che viene, mostrandoci il Signore rivestito di un potere regale singolare, intento a giudicare tutte le genti sul criterio dell’amore. È il momento della contemplazione di un Signore e di una Signoria unici, tanto umani perché tanto divini. Nello stesso tempo è l’occasione propizia per un’assimilazione dei nostri criteri di valutazione e di decisione ai criteri di Cristo Signore, così che la sua opzione fondamentale divenga la scelta di vita di noi credenti. Scegliere Cristo come Signore, è scegliere la carità di Cristo come Regina e Signora che presiede la vita dei singoli credenti e delle Comunità cristiane nel loro complesso, ma anche dell’intera Chiesa, tanto esperta nel proclamare affermazioni di principio e, talvolta, tanto lenta nell’applicarle alle persone reali.
- La solennità che sigilla il mistero di Cristo celebrato nel corso dell’Anno liturgico si focalizza sulla figura del Re-pastore. In verità, quando Pio XI istituì tale solennità (1925) mirava a proporre, nella sequenza dei regnanti terreni (per lo più dittatori), Cristo come unico vero Re, sebbene di differente natura rispetto agli altri (cfr. Gv 18,36). Lo testimonia il prefazio, che, pur precisando l’autentica identità del Regno divino, tuttavia non manca di una certa enfasi, per esaltare la grandezza di tale regalità: «Assoggettate al suo potere tutte le creature, offrì alla tua maestà infinita il regno eterno e universale…».
- La Liturgia della Parola oggi ha lo scopo di farci comprendere la natura inattesa e sconvolgente della regalità di Gesù, una regalità diversa da quella del mondo: è un re pastore, che si prende cura del suo popolo e lo salva dal peccato; un re giudice, che si identifica con i poveri. La chiave pastorale, già presente nella pagina di Ezechiele (Prima Lettura), si connette a una missione di tutt’altra indole: radunare le pecore, andare a cercare quelle perdute, fasciare quella ferita e curare la malata… insomma, un’opera che sarà tipica di Cristo, il quale non farà che adempiere in pienezza la pagina profetica di Ezechiele. Pure il celebre affresco del cosiddetto “giudizio universale”, tratteggiato da Matteo (Vangelo), indirizza altrove la “pretesa” regale, proprio nel momento più elevato di sovranità per un regno, quello del giudizio. Il criterio è posto non in una fedeltà dottrinale, in un assenso totale a un magistero, ma in quello che si è compiuto all’anonimo fratello affamato, assetato, nudo, forestiero… Senza encomi, senza lapidi, senza titoli particolari… Anzi, a fondamento di tale giudizio sta lo stupore degli interessati, riassunto nell’interrogativo: «Signore, quando ti abbiamo visto…?». Un interrogativo che trova una risposta ben precisa: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». In altre parole, Cristo continua a regnare nella storia, assumendo il volto di tutti i sofferenti e i bisognosi. Tale paradossale condizione è così riassunta dalla Lumen gentium, relativamente ai laici, cioè a tutti coloro che sono stati innestati in Cristo mediante la chiamata battesimale, divenendo in tal modo dono e impegno nello stesso tempo: «Cristo, che si è fatto obbediente fino alla morte e perciò è stato esaltato dal Padre, è entrato nella gloria del suo regno; a lui sono sottomesse tutte le cose, fino a che egli sottometta al Padre sé stesso e tutte le creature, affinché Dio sia tutto in tutti. Questo potere egli l’ha comunicato ai discepoli, perché anch’essi siano costituiti nella libertà regale e con l’abnegazione di sé e la vita santa vincano in sé stessi il regno del peccato, anzi servendo a Cristo anche negli altri, con umiltà e pazienza conducano i loro fratelli al re, servire al quale è regnare. Il Signore infatti desidera dilatare il suo regno, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, d’amore e di pace» (n. 36).
TESTI PER CELEBRARE
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Riti di introduzione Cristo Re Riti di introduzione
** Riti di conclusione Cristo Re Riti di conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo XXXIV Cristo Re A PS
audioi
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta Cristo Re Pdf 1
** seconda proposta, da una parrocchia Cristo Re Pdf 2 parr
** dall’ Orazionale CEI Pdf Cristo Re OR CEI