Parole: | Dal Te Deum – Felice Rainoldi – Rinaldo Valpolini |
Musica: | Felice Rainoldi |
Da: | “Musica e Assemblea” (MeA) n. 77 del 1991, ed. Marietti “Repertorio nazionale” (RN) n. 98, ed. LDC |
Materiali
- Scheda introduttiva al canto
- Anno B
- Anno C
- Ritornello: Striscia di musica in formato A5
Un problema
Il messale italiano del 1983, tra i vari arricchimenti, ha provveduto ad “integrare le antifone di Comunione attingendo al Vangelo del giorno, in conformità all’antica tradizione romana, che evidenzia il nesso vitale tra la Parola proclamata e la sua interiorizzazione piena mediante il banchetto eucaristica”. Inoltre i vescovi hanno “esortato i musicisti e i cantori a valersi dei testi antifonali del giorno con qualche eventuale adattamento”.
Abbandonata quasi ovunque l’insoddisfacente soluzione di leggere il canto alla Comunione, ci si è per lo più limitati, nella pratica spicciola, all’impiego di canti generici. Ma i più attenti pastoralisti insistono per l’uso delle antifone proprie, catechisticamente rilevanti, “per conferire senso nuovo all’atto del comunicarsi, facendole precedere o seguire da una opportuna, breve monizione” (L. Della Torre, Senso e uso delle antifone evangeliche alla Comunione, in “Rivista di pastorale liturgica”, 1/1984, p. 68).
Alcuni tentativi sperimentali di soluzione parlata si possono trovare nelle schede di “Servizio della Parola” (cfr. ad es. nn. 158; 159; 163; 164; 165). Ma rimane il problema del canto. E non sembra che molti musicisti abbiano raccolto l’invito a comporre apposite melodie per le nuove antifone evangeliche, apportando i necessari ritocchi al testo, o ristrutturandolo entro forme inedite.
Un tentativo di soluzione
Tra le numerose possibilità si può annoverare il canto di supplica “Soccorri i tuoi figli”. Il testo del ritornello assembleale non ha niente di patetico o lacrimevole. Al contrario, frasi asciutte e vigorose, desunte dalla sezione finale del “Te Deum”, a sua volta ispirata dal Salterio (cfr. Sal 122,3; Sal 32,22; Sal 30,2). Si tratta di una invocazione attualizzata che esprime piena fiducia nell’opera redentrice, già realizzata nel sangue della Croce. Ma la sua funzione è anche quella di inquadrare i testi di Comunione del messale e altri versetti che, commentandoli, prolungano il gesto del canto. Per ognuna delle sei domeniche successive, lungo l’itinerario di Quaresima, anno C, la melodia del recitativo favorisce la recezione dell’antifona liturgica propria, e delle sue amplificazioni salmiche.
Questa ben mirata destinazione non esclude che, in circostanze particolari, il canto possa essere utilizzato per altri momenti celebrativi, specie in liturgie penitenziali, oppure in situazioni di pellegrinaggio. Meglio sempre durante la Quaresima, per non svilirne le potenzialità evocative.
Per l’esecuzione
L’apprendimento dei ritornello da parte di assemblee di normali capacità è propiziato anche dalla ripresa melodica nella seconda frase. È possibile un’alternanza tra due cori, che si riuniscono al “Pietà di noi, Signore”. La linea musicale non presenta ostacoli. Una certa attenzione deve essere riservata alla scansione ternaria dei due incisi: “Tu sei la nostra speranza, non resteremo confusi…”. L’insieme è di sicura funzionalità (lo si è verificato!), quando ci si trova di fronte a vaste convocazioni del popolo di Dio: si pensi a stazioni quaresimali con il vescovo, a livello zonale e perfino diocesano. Ma anche in assemblee di modeste dimensioni, addirittura senza accompagnamento strumentale. L’impianto modale, piuttosto austero, ma non lamentoso, è pertinente al carattere del tempo.
Il versetto è da affidare a un solista o a un coretto molto affiatato (a due voci pari o a quattro voci dispari). Qui l’impegno è di dare molto risalto al testo biblico per garantirne il nitido, agevole ascolto. Il coro potrebbe anche creare un sottofondo armonico con il vocalizzo “o”, a sostegno della declamazione eseguita da un solista. Si consiglia l’uso di almeno tre versetti. Per celebrare intensamente, pure la ripetizione e la durata hanno una loro importanza.
Un uso più articolato, a modo di “responsorio” o “tropario”, con varie riprese, è possibile, per assemblee preparate, se si seziona il ritornello in tre parti, secondo lo schema seguente:
- Tutto il ritornello
- primo versetto
- Ripresa fino a “sangue prezioso”
- secondo versetto
- Ripresa da “Sia sempre… in Te noi speriamo”
- terzo versetto
- Ripresa da “Pietà di noi” sino alla fine
- eventuale “Gloria”
- Ripresa di tutto il ritornello.
Rinaldo Valpolini