VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – C
«Come il Padre vostro è misericordioso»
- La Liturgia della VII Domenica del Tempo Ordinario – C ci consegna l’invito evangelico a diventare misericordiosi «come il Padre vostro è misericordioso». È invito ad intraprendere un cammino, al termine del quale nessuno può mai dirsi arrivato. È anche l’indicazione inequivoca di come diventare comunità, ossia di come può essere vissuto nel concreto l’amore testimoniato da Gesù: non giudicare, non condannare, perdonare, donare. Al termine di questo cammino, non sempre facile, i discepoli che hanno praticato questi atteggiamenti sperimenteranno la pienezza della salvezza.
- Il modo di amare tipico di Dio è altro e oltre la creazione, è introvabile in qualsiasi creatura, ma è oggetto di rivelazione e proposto a coloro che sono immagine e somiglianza di Dio, affinché lo incarnino e lo portino nella vita dell’uomo e del cosmo, trasformandola da fatto semplicemente biologico a speciale evento di grazia. La proposta morale di Gesù, che caratterizza questa Domenica, in termini di amore, fino a quel vertice supremo che è l’amore per il nemico, conferisce al Giorno del Signore la caratteristica di “giorno dell’umanità”, perché solo attingendo alla fonte dell’amore, che è Dio, l’uomo può accedere all’arte di amare. Ogni Domenica si tratta di effettuare un passo in avanti verso questa meta ambiziosa.
- La vicenda di Gesù è l’espressione storico-concreta dell’atto di amore totalmente gratuito ed universale (mentre eravamo peccatori egli, per primo, ci ha amati) con cui Dio si dona all’umanità e in cui rivela quello che è. Il cristiano, perciò, deve amare di un amore gratuito ed universale, “perché” Dio in Cristo ci ha amati così. La stessa capacità di amare ci è data dal fatto che prima siamo stati oggetto di amore. Appare chiaro che il principio della vita morale del cristiano, l’amore gratuito e universale, o carità, non può essere compreso al di fuori del Vangelo.
- Luca, nel Vangelo di questa Domenica, non enuncia questo principio in forma astratta, ma in forma concreta, raccogliendo una serie di detti di Gesù. Tutti questi precetti sono delle indicazioni presentateci sotto forma drammatica per il riferimento a delle situazioni di fatto, circa la qualità e la direzione dell’agire umano in vista della sua conformazione all’agire divino («Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro». Lc 6,36). Le espressioni di Gesù fanno paura per la radicalità e l’esigenza. Noi dobbiamo ricordare che la qualità può essere presente anche in uno stadio piuttosto iniziale di realizzazione. La direzione può essere discernibile nell’atto anche quando la mèta si trova piuttosto lontana. Ma l’esigenza che la nostra azione abbia nelle situazioni concrete della vita questa direzione e questa qualità (amore gratuito ed universale) è categorica. Quanto Gesù dice nei detti raccolti in questo discorso non è un ordinamento completo della vita dei discepoli, né mira ad esserlo; quanto vi si dice è una serie di sintomi, segni, esempi di ciò che avviene quando il Regno di Dio erompe in questo mondo ancora dominato dal peccato e dalla morte.
- Gesù dice in certo modo: voglio mostrarvi con alcuni esempi come è la vita nuova; e ciò che io vi mostro in tal modo voi dovrete trasformarlo in tutti i settori della vita. Voi stessi dovete essere segni del venturo Regno di Dio, segni posti ad indicare che qualcosa è accaduto. Deve apparire agli occhi del mondo dalla vostra vita e da tutti i settori di essa che il Regno di Dio è iniziato. Se è vero che siamo solidali con l’uomo che è in noi e la cui dinamica è il peccato e la morte, è anche vero che per l’adesione al Vangelo diveniamo solidali con Cristo e con la sua dinamica di amore, vita e risurrezione.
- L’amore vince la morte quando ridona speranza e futuro. Per questo, forse, la Scrittura ne canta la forza anche quando è passione carnale: «Forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!» (Ct 8,6). Forse perché è nella morte di Cristo che Dio ha detto la sua più alta parola, ha proclamato il suo amore per noi, suoi nemici: «Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita». Forse è per questo che i santi, come Francesco d’Assisi, possono anche cantare la “bellezza” della morte: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale». Allora riascoltando il Maestro che oggi ci ha detto: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Lc 6,27), facciamo anche quanto ci ha consegnato nella sua ultima sera, sapendo che l’avrebbero consegnato alla croce, quando lavati i piedi ai suoi disse: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi» (Gv 13,12-15).
TESTI E MATERIALI
RITI DI INTRODUZIONE E DI CONCLUSIONE
** Suggerimenti Suggerimenti VII TO C
** Riti di Introduzione con Atto penitenziale VII TO C Riti introduzione
** Riti di conclusione VII TO C Riti conclusione
SALMO RESPONSORIALE
** prima proposta, da Psallite
partitura Salmo VII TO C Psallite
audio
** seconda proposta, da Lodate Dio Salmno VII TO C LD
** terza proposta, dal m° Impagliatelli
partitura Salmo VII TO C Impagliatelli
audio
PREGHIERA DEI FEDELI
** prima proposta VII TO C PDf 1
** seconda proposta VII TO C PDf 2
** terza proposta
** da Orazionale CEI Pdf VII TO OR CEI