Indice generale
La prossimità del mese di maggio e la celebrazione del centenario dell’apparizione di Maria a Fatima, suggeriscono di riprendere il ricco materiale dal titolo: “Terra visitata da Dio, esulta” già proposto alla diocesi per l’Anno Mariano del 1987. Questo materiale potrà tornare utile anche in futuro.
La devozione popolare spinge i fedeli di diverse parrocchie a ritrovarsi anche tutte le sere del mese di maggio spesso con famiglie e bambini.
Non è raro tuttavia che la fatica del costruire percorsi pensati e adatti ai tempi e alle persone coinvolte, scivoli in momenti meno curati, affrettati, a ridosso delle celebrazioni eucaristiche, che alla lunga non sanno più nutrire ed evangelizzare. Sarebbe preferibile evitare di limitarsi ad aggiungere una Messa, perdendo l’occasione di educare con quella pietà popolare che suscita ancora interesse e partecipazione.
Raccogliamo l’avvertimento di Papa Francesco nella Evangelii Gaudium:
È anche vero che a volte l’accento, più che sull’impulso della pietà cristiana, si pone su forme esteriori di tradizioni di alcuni gruppi, o in ipotetiche rivelazioni private che si assolutizzano. Esiste un certo cristianesimo fatto di devozioni, proprio di un modo individuale e sentimentale di vivere la fede, che in realtà non corrisponde ad un’autentica “pietà popolare”. (EG 70)
Nella pietà popolare, poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo. Piuttosto, siamo chiamati ad incoraggiarla e a rafforzarla per approfondire il processo di inculturazione che è una realtà mai terminata. Le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione, (EG 126).
il Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia, ci ricorda come “la vita cultuale è sempre comunione col Padre, per Cristo nello Spirito. Le celebrazioni del mese mariano quindi potranno essere espressione di una Chiesa, «popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», che è una comunità di culto. Per volontà del suo Signore e Fondatore, essa compie numerose azioni rituali che hanno per scopo la gloria di Dio e la santificazione dell’uomo, e che sono, tutte, in vario modo e in grado diverso, celebrazione del Mistero pasquale di Cristo, volte alla realizzazione del volere divino di riunire i figli dispersi nell’unità di un solo popolo. Queste azione ci permettono di esprimere il Sacerdozio comune e di rimettere al primo posto la Parola di Dio”, (Cfr. DPPL 81ss).
Il culto alla Beata Vergine
Lo scopo ultimo del culto alla Beata Vergine è di glorificare Dio e di impegnare i cristiani ad una vita del tutto conforme alla sua volontà. I figli della Chiesa, infatti, quando, unendo le loro voci alla voce della donna anonima del Vangelo, glorificano la Madre di Gesù, esclamando, rivolti a Gesù stesso: Beato il seno che ti ha formato, e le mammelle che tu hai succhiato! (Lc 11,27), saranno indotti a considerare la grave risposta del divin Maestro: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (Lc 11,28). E questa risposta, se risulta essa stessa viva lode per la Vergine Maria, come interpretarono alcuni santi Padri e il Concilio Vaticano II ha confermato, suona pure per noi ammonimento a vivere secondo i comandamenti di Dio ed è come eco di altri richiami dello stesso divin Salvatore: Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt 7,21); e: Voi siete amici miei, se farete ciò che io vi comando (Gv 15,14). (Paolo VI, Marialis Cultus , 39)
Nel tempo di Pasqua
Nella ‘grande domenica’, cioè nello spazio dei 50 giorni in cui la Chiesa con grande gioia celebra il sacramento pasquale, la liturgia romana ricorda anche la Madre di Cristo, che esulta per la risurrezione del Figlio o che insieme agli apostoli persevera in preghiera e attende con piena fiducia il dono dello Spirito Santo (cfr. At 1,14). In questa luce la Chiesa, quando nel compimento della sua missione materna celebra i sacramenti pasquali, contempla nella beata Vergine Maria il modello della sua maternità e riconosce nella Madre di Cristo l’esempio e l’aiuto per la missione evangelizzatrice che Cristo, risorto dai morti, le ha affidato (cfr.Mt 28,19-20) (Messe della B.V.M., p.50).
In molti casi la soluzione più opportuna sarà quella di armonizzare i contenuti del “mese mariano” con il concomitante tempo dell’Anno liturgico. Così, ad esempio, durante il mese di maggio, che in gran parte coincide con i cinquanta giorni della Pasqua, i pii esercizi dovranno mettere in luce la partecipazione della Vergine al mistero pasquale (cf. Gv 19, 25-27) e all’evento pentecostale (cf. At 1, 14), che inaugura il cammino della Chiesa: un cammino che essa, divenuta partecipe della novità del Risorto, percorre sotto la guida dello Spirito. E poiché i “cinquanta giorni” sono il tempo proprio per la celebrazione e la mistagogia dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, i pii esercizi del mese di maggio potranno utilmente dar rilievo alla funzione che la Vergine, glorificata in cielo, svolge sulla terra, “qui e ora”, nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia (Cfr. DPPL 191 e TVD, p.5).
Curare la celebrazione dell’Eucaristia e la proclamazione della Parola
La Chiesa, che nella celebrazione dell’Eucaristia riserva un particolare onore alla proclamazione della parola di Dio, esorta spesso i fedeli ad essere «di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori» (Gc 1, 22) illudendo se stessi. Infatti, secondo la parola del Signore, sono beati coloro «che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 11, 28).
Perciò la liturgia romana, quando esorta i fedeli ad accogliere la parola di Dio, propone spesso loro come esempio la beata Vergine Maria, che Dio fece attenta alla sua parola, e che, nuova Eva, “aderendo pienamente alla divina parola“, si mostrò docile alle parole del Figlio. Pertanto la Madre di Gesù è giustamente salutata quale «Vergine in ascolto, che accoglie la parola di Dio con fede». «Questo fa anche la Chiesa, la quale, soprattutto nella sacra liturgia, con fede ascolta, accoglie, proclama, venera la parola di Dio, la dispensa ai fedeli come pane di vita e alla sua luce scruta i segni dei tempi, interpreta e vive gli eventi della storia».
I pastori ricordino di insegnare ai fedeli che frequentano i santuari mariani o il sabato partecipano all’Eucaristia celebrata in memoria di santa Maria, che eccellente atto di ossequio alla beata Vergine è proclamare correttamente la parola di Dio nelle celebrazioni liturgiche e venerarla con amore; ascoltarla con fede e custodirla nel cuore; meditarla nell’animo e diffonderla con le labbra; metterla fedelmente in pratica e ad essa conformare tutta la vita. (Messe della B.V.M., Lezionario, Introduzione n. 6.9.10).
Curare il linguaggio della pietà popolare
Il linguaggio verbale e gestuale della pietà popolare, pur conservando la semplicità e la spontaneità d’espressione, deve sempre risultare curato, in modo da far trasparire in ogni caso, insieme alla verità di fede, la grandezza dei misteri cristiani, (Cfr. DPPL 14).
Un posto particolare nelle nostre comunità ha da sempre la preghiera del Rosario. Essa richiede l’educazione alla contemplazione, come ricorda Papa Paolo VI nella Marialis Cultus al n. 47:
“Si è pure sentita con maggiore urgenza la necessità di ribadire, accanto al valore dell’elemento della lode e dell’implorazione, l’importanza di un altro elemento essenziale del Rosario: la contemplazione. Senza di essa il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità (Mt 6,7). Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano all’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di Colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze”.
Riproporre la preghiera in famiglia e tra famiglie
In pressoché tutte le case dei credenti, per preziosa tradizione, si conserva una effige della Madonna. E’ bene sia messa in particolare onore, per collocazione e ornamento. Questa immagine può diventare punto di calamitazione per la preghiera della famiglia, vera Chiesa domestica. La quantità e la qualità della preghiera comune nelle case dipende dalla diversa maturità di fede dei componenti, e da svariati fattori organizzativi della convivenza: ai nn. 51-53 di “Terra tutta visitata da Dio esulta” vengono forniti dei formulari di diversa natura per la preghiera familiare; altri vengono pubblicati sul sito. Possono essere impiegati come modelli per un uso creativo, sia come sussidi già redatti da utilizzare. Alcune occasioni adatte per pregare insieme sono: le feste di Cristo e di Maria, i giorni di sabato, gli eventi straordinari della vita comune, gli anniversari della famiglia, il momento serale prima del riposo, quello del pasto in comune e occasioni di ospitalità ad amici credenti: allora il segno della Chiesa si configura con più significatività ed efficacia.
Una proposta per i giovani.
Sul sito della Pastorale Giovanile una proposta di preghiera personale o di gruppo del Regina Coeli.
Le proposte celebrative che la Chiesa offre per questo tempo sono molteplici. Molte sono pubblicate in ”Terra visitata da Dio, esulta”; altre sono rese disponibili dall’Ufficio per la Liturgia in formato stampabile. Si potranno dunque programmare diversi interventi, con molteplici schemi celebrativi, che si possono inserire anche in momenti ordinari della vita comunitaria o dei gruppi.
- Liturgia della Parola, attingendo soprattutto al Lezionario del tempo di Pasqua o al ricco Lezionario mariano (Messe della B.V.M.)
- Vespri di carattere mariano (cfr TVD, esulta, pag 16ss).
- Celebrazione del Regina Coeli (cfr. sito).
- Rosario (con le suppliche a tema, con le collette a tema, con i misteri cantati) (cfr. sito) .
- Benedizione delle corone del rosario (cfr Benedizionale, p. 708).
- Elevazione spirituale a carattere mariano
- Un pellegrinaggio anche breve alle chiese sussidiarie della parrocchia (cfr. TVD, pag 28ss).
- Litanie mariane (vari formulari) (cfr. TVD, pag 42ss).
- Via Lucis, a partire dalle apparizioni del Risorto (DPPL 153).
- Vespri, Magnificat celebrato, come conclusione del mese di maggio
- Per la preghiera personale (cfr. TVD, pag 51ss):
- Saluto alla Vergine
- Annuncio e preghiera
- Omaggio alla Vergine
- Preghiere in famiglia (cfr. TVD, pag 51ss).
- Benedizione alla mensa (cfr. TVD, pag 35ss).
- Canti e melodie ( TVD pag 60ss).
Documenti citati:
- DPPL: Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia. Principi e Orientamenti (2002)
- OGMR: Ordinamento Generale del Messale Romano (2004)
- TVD: “Terra visitata da Dio, esulta!” (1987)
- EG: Papa Francesco, Evangelli Gaudium (2013)
- MC: Papa Paolo VI, Marialis Cultus (1974)