Terra promessa

Parole: Gianfranco Poma
Musica: Louis Bourgeois (1551) – Salterio di Ginevra (1565)
Da: “Lodate Dio” (LD) n. 820, ed. Carrara
“Armonia di Voci” (AdV) 1976/6 p. 4, ed. LDC
“Musica e Assemblea” (MeA) n. 22-23 del 1978, ed. Dehoniane
Su MeA è disponibile un accompagnamento semplificato realizzato da F. Rainoldi

Materiali

Che cosa dice

È la preghiera di chi, camminando nella fatica e nella povertà, sa di avere un compagno di viaggio cui nulla sfugge, la cui presenza appaga ogni desiderio più autentico e profondo. Lo sguardo è volto in avanti: a Dio anzitutto, nel cui cuore si getta con fiducia il passato, senza farne oggetto di contemplazione, quasi alla ricerca di un autoelogio, e neppure per trovarvi un motivo di sconforto. A Dio, la cui parola rassicurante è attesa con passione da chi vive una fede provata.

Lo sguardo mira poi al compimento della promessa di Dio: promessa di un regno, di una terra, di una vita, di un giorno…: termini profondamente biblici per indicare una realtà ineffabile ma sicura, la realtà di Dio che sarà «tutto in tutti».

Come realizzarlo

È un corale: non presenta quindi la varietà di un canto responsoriale. La sua esecuzione è affidata per intero all’assemblea, che può essere accompagnata da un coro a 4 voci.

La struttura di questo corale, rispetto ad altri, è particolarmente salda e unitaria: è lo stesso schema ritmico ripetuto per sei volte! Si abbia cura di respirare ampiamente durante le pause in modo da non respirare più dopo la sincope. Significherebbe spezzettare il canto in dodici parti, perdere il ritmo; ne andrebbe di mezzo anche il senso della frase.

Se si accompagna all’organo, utilizzare registri di 8’ e di 4’ e mantenere uno stile asciutto, poco legato.

Si può anche accompagnare con una chitarra suonata a modo di liuto (accordi sgranati, come nella registrazione), con eventuale basso d’organo: soluzione proferibile per una piccola assemblea.

Per quali situazioni

Particolarmente adatto per quelle ce-lebrazioni che si pongono al termine di un cammino e aprono un altro periodo, il quale inevitabilmente presenta un certo margine di incertezza e difficoltà. Pensiamo alle ordinazioni diaconali e sacerdotali, alla professione religiosa, alla rinnovazione dei voti, alla rinnovazione delle promesse battesimali, alla istituzione dei ministeri, ecc. Il tema chiaramente delineato è quello della speranza: pertanto può essere utilizzato in tutto il periodo di Avvento nelle celebrazioni eucaristiche e nelle celebrazioni della Parola, soprattutto come canto di inizio o di conclusione.

Sarebbe anche, a mio parere, un ottimo testo di preghiera e di meditazione personale, valido anche senza il sostegno della musica.

Benvenuto Riva