Per approfondire

Vivere la Quaresima

UN TEMPO DI RINNOVAMENTO

«È ora il momento favorevole».

Cari amici, si apre tra poco davanti a noi il cammino del Tempo di Quaresima.

Alcuni avranno scelto, in un particolare momento della vita, di partecipare a un corso di Esercizi Spirituali: hanno vissuto cioè un tempo di maggiore distensione dalle attività quotidiane per ritirarsi nel silenzio, nella preghiera e nell’ascolto della Parola di Dio.
La Chiesa prevede per tutti, invece, un vero e proprio itinerario di esercizio della vita interiore, aiutato anche dal sacrificio esteriore. Questo tempo è la Quaresima!

I tre elementi essenziali che lo caratterizzano sono determinanti: digiuno, preghiera, carità.
Il digiuno fisico aiuta lo spirito ad aprirsi a spazi intensi di preghiera e a rendersi sempre più coscienti che bisogna essere solidali con i fratelli attorno a noi. Sono aspetti che è possibile vivere non solo personalmente, ma anche comunitariamente, facendo opportune scelte in famiglia, aderendo alle iniziative della comunità parrocchiale o di qualche gruppo di ispirazione cristiana.
Aiutarsi in tutto questo permette di non scoraggiarsi e di «fortificare l’uomo interiore» (Cfr. Efesini 3,16) per celebrare con Cristo la gloria della Pasqua.

Vivere la Quaresima come momento favorevole significa allora anzitutto contemplare la vita di Cristo, armarsi della sua Parola per contrastare le suggestioni del male, nutrirsi dei Sacramenti della fede per non incombere in una sorta di anoressia spirituale.

IL LEZIONARIO BIBLICO NEL TEMPO QUARESIMALE: UN DUPLICE ITINERARIO, BATTESIMALE E QUARESIMALE

All’inizio di questo tempo quaresimale ricordiamo i criteri fondamentali con cui il lezionario liturgico organizza le letture bibliche, tanto nei giorni feriali quanto nelle domeniche. È un aiuto perché la Parola di Dio sia davvero lampada per i nostri passi, rischiari e guidi il nostro cammino verso la Pasqua, e al tempo stesso lo sostenga, come cibo che ci nutre più del pane e ci consente di fare della volontà del Padre il nostro nutrimento essenziale.

La Sacrosanctum Concilium, al n. 109, dichiara che l’itinerario quaresimale ha un duplice carattere: battesimale e penitenziale. I due aspetti, battesimale e penitenziale, sono strettamente congiunti: il catecumeno si prepara a ricevere il battesimo attraverso un itinerario catecumenale mentre il battezzato intende rinnovare la grazia battesimale, offuscata dal peccato, grazie all’itinerario penitenziale. Nell’intenzione della riforma liturgica, in coerenza con la tradizione ecclesiale, la quaresima costituisce un autentico catecumenato della Chiesa, segnato dalla conversione e quindi dalla riscoperta del battesimo (sia nella memoria, per chi lo ha già ricevuto, sia nella preparazione, per chi dovrà riceverlo) come fonte dell’autentica vocazione cristiana.

Il lezionario nel tempo di Quaresima si propone come una mistagogia globale nell’arco dei tre anni. Il criterio di scelta delle letture, soprattutto per il ciclo domenicale, è quello della «concordanza tematica», realizzato però in modo singolare: una linea diacronica, che si sviluppa domenica dopo domenica per i vangeli e le prime letture, e una linea sincronica per le seconde letture. Diacronica, nel senso che il tema viene sviluppato su una linea orizzontale, dalla prima domenica di quaresima fino alla Domenica delle Palme e della Passione del Signore. Sincronica, nel senso che la seconda lettura cerca una concordanza tematica, senza però riuscirci sempre in modo coerente e chiaro, con le altre due letture di ciascuna domenica.

I VANGELI DOMENICALI

Per quanto riguarda i Vangeli, è possibile individuare con chiarezza tre itinerari che si sviluppano domenica dopo domenica nei tre cicli. Le prime due domeniche hanno tematiche comuni, poiché sono incentrate la prima sulle tentazioni di Gesù nel deserto, la seconda sul mistero della trasfigurazione sul Tabor; le altre tre domeniche propongono una linea battesimale (nell’ anno A), una linea cristologico-pasquale, con l’accento sulla glorificazione di Cristo attraverso la croce e la risurrezione (nell’anno B); infine una linea più penitenziale, con insistenza sul tema della conversione (nell’anno C). Lo sviluppo tematico è pensato per l’insieme dei tre cicli, che nella loro totalità disegnano un completo itinerario battesimale: l’anno A ci fa approfondire l’efficacia propria del sacramento del battesimo e di una vita battesimale, il cui significato più proprio è cristologico-pasquale con l’inserzione della nostra vita nella morte-risurrezione di Gesù (anno B), che siamo chiamati ad accogliere e a far fruttificare in noi attraverso un cammino penitenziale di conversione (anno C). L’ordine stesso dei tre cicli è importante: a precedere è il dono di Dio nello Spirito, acqua viva che ci disseta consentendoci di conoscere la grazia di Dio, che ci innesta in Cristo e nella sua pasqua, facendoci camminare in una vita nuova, che concretamente si attua come cammino di conversione. La conversione non sta all’inizio, come uno sforzo o un impegno che permette di conquistare il premio o di guadagnare il salario, ma sta alla fine, come frutto che matura grazie alla gratuità del dono che il Padre ci concede nella sua misericordia e nella sua pazienza.

ANNO A 

Le domeniche di Quaresima dell’anno A, soprattutto attraverso i Vangeli (senza tuttavia dimenticare le altre letture bibliche), presentano le esperienze fondamentali che compongono le grandi fasi della Veglia pasquale. Se le domeniche verranno valorizzate in questa prospettiva (nelle omelie e nelle catechesi, ma non solo), la Quaresima sarà in grado di raggiungere il suo primario obiettivo: “riscoprire la grande Veglia pasquale, che segna ogni anno la tappa più espressiva della vita battesimale ed eucaristica e della crescita nella fede del popolo di Dio” (CEI, Eucaristia, comunione e comunità, 91). “Nel cuore di tutti – pastori e fedeli – la Notte pasquale deve ritrovare la sua importanza unica nell’Anno liturgico, al punto tale da essere davvero la festa delle feste” (Giovanni Paolo II, Vicesimus quintus annus, 6).

“La terza, la quarta e la quinta Domenica di Quaresima formano, in effetti, uno stimolante itinerario battesimale che risale ai primi secoli del cristianesimo, quando di norma i Battesimi venivano amministrati nel corso della Veglia pasquale. I catecumeni, dopo circa tre anni di ben strutturata catechesi, nelle ultime settimane della Quaresima percorrevano le tappe finali del loro cammino, ricevendo simbolicamente il Credo, il Padre nostro e il Vangelo. Ecco perché ancor oggi la liturgia di queste domeniche è caratterizzata da tre testi del Vangelo di Giovanni, riproposti secondo uno schema antichissimo: Gesù promette alla Samaritana l’acqua viva, dona la vista al Cieco nato, risuscita dalla tomba l’amico Lazzaro. È chiara la prospettiva battesimale: mediante l’acqua, simbolo dello Spirito Santo, il credente riceve la luce e rinasce nella fede a vita nuova ed eterna” (Giovanni Paolo II, 03/03/2002).

ANNO B

Valgono anche per l’anno B le indicazioni dell’ OLM (Ordinamento delle Letture della Messa) di cui abbiamo appena riferito sopra e cioè, per quanto riguarda il Vangelo, nelle prime due domeniche di ogni anno, troviamo i racconti della “prova” di Gesù nel deserto (I domenica) e della trasfigurazione (II domenica), «nella stesura dei tre sinottici», nell’anno B seguendo il Vangelo di Marco. Le prime due domeniche danno così ogni anno il tono all’itinerario quaresimale mostrando, in qualche modo, ciò che dobbiamo lasciare (tentazioni) e ciò, invece, a cui dobbiamo tendere (trasfigurazione). È già la dinamica rinuncia/professione di fede che troveremo nella Veglia pasquale.
Nelle altre tre domeniche si segue un itinerario che tocca i temi centrali della Quaresima che, secondo SC al n. 109, sono il tema battesimale e quello penitenziale: «Mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la penitenza, [il tempo di Quaresima] invita i fedeli all’ascolto più frequente della parola di Dio e alla preghiera e li dispone così a celebrare il mistero pasquale». Nell’anno B troviamo brani evangelici tratti dal Vangelo di Giovanni che sviluppano la tematica pasquale.
Diverso invece è il criterio di scelta delle prime letture tratte dall’Antico Testamento. Esse non sono scelte in riferimento al brano evangelico, ma «si riferiscono alla storia della salvezza. […] Si ha così, per ogni anno, una serie di testi nei quali sono presentate le fasi salienti della storia stessa, dall’inizio fino alla promessa della Nuova Alleanza» (OLM 97). Le prime letture quindi, rispetto ai Vangeli, tracciano un diverso itinerario nella Quaresima, che rimanda alla medesima logica della liturgia della Parola nella Veglia pasquale. Nell’anno B i testi della prima lettura ripercorrono il tema dell’alleanza nell’Antico Testamento, a partire dall’alleanza con Noè dopo il diluvio nella prima domenica, per giungere alla nuova alleanza annunciata da Geremia nella quinta domenica.
Infine abbiamo le seconde letture. Esse «sono scelte con il criterio di farle concordare tematicamente con quelle del Vangelo e dell’Antico Testamento» (OLM 97). Queste letture potrebbero essere considerate un po’ come un collante per fare unità nella liturgia della Parola del tempo quaresimale.

Buon cammino.

don Simone Piani