Testi per celebrare

AVVENTO 2017 (ANNO B) MATERIALI GENERALI

L’Avvento è tempo di attesa, di conversione, di speranza:

– attesa-memoria della prima, umile venuta del Salvatore nella nostra carne mortale; attesa-supplica dell’ultima, gloriosa venuta di Cristo, Signore della storia e Giudice universale;

– conversione, alla quale spesso la Liturgia di questo tempo invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3, 2);

– speranza gioiosa che la salvezza già operata da Cristo (cf. Rm 8, 24-25) e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2).

La pietà popolare è sensibile al tempo di Avvento soprattutto in quanto memoria della preparazione alla venuta del Messia. Nel popolo cristiano è saldamente radicata la coscienza della lunga attesa che precedette la nascita del Salvatore. I fedeli sanno che Dio sosteneva con profezie la speranza di Israele nella venuta del Messia.

(Dal “Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia”, n. 96-97)

PER CANTARE L’ATTESA NEL TEMPO DI AVVENTO

Impariamo un nuovo canto per l’Avvento

Proponiamo a quelle assemblee che  desiderano un respiro di novità nell’appropriazione dei riti, di imparare un nuovo canto per il prossimo Tempo di Avvento. Questa operazione di repertorio, oltre che accrescere i canti conosciuti da ogni comunità, può diventare un importante segno di unità nella nostra Chiesa diocesana.

Il canto scelto per quest’anno è Cielo nuovo (Repertorio Nazionale, n. 47), che può essere utilizzato per accompagnare la processione alla Comunione:

Altre possibilità

Riproponiamo all’attenzione delle comunità altri canti, in parte già entrati nei repertori parrocchiali, che costituiscono comunque un’ottima scelta.

1. O Redentore dell’uomo

Parole: David Maria Turoldo
Musica: Sergio Marcianò
Da: “Chiesa che canta”, ed. Carrara
“Musica e Assemblea” (MeA) n. 44 del 1982, ed. Marietti
“Lodate Dio” (LD) n. 534, ed. Carrara
“Repertorio nazionale” (RN) n. 59, ed. LDC

La scheda presenta un inno da eseguirsi preferibilmente all’apertura del rito. La melodia, di Don Sergio Marcianò (ed. Carrara), è lineare, molto cantabile, robusta e dolce nel contempo. Può essere eseguita a una voce oppure a quattro. Il testo della prima strofa, che è comune a tutte le domeniche (e può servire anche da ritornello intercalare per una esecuzione alternata) è di Padre David M. Turoldo. Le altre sono state composte di nuovo, o rifatte a partire da materiali dello stesso poeta, al fine di condensare alcuni contenuti o immagini caratteristiche del Lezionario del giorno e favorire una lettura attualizzata, nel rito e nell’impegno quotidiano. Naturalmente spetta al servizio di animazione liturgica evidenziare i legami tematici tra letture, orazioni e canto, in modo da dare unità e compattezza al messaggio-evento che si celebra.

2. Sole a levante

Parole: Dider Rimaud – Eugenio Costa
Musica: Valentino Donella
Da: “Armonia di Voci” (AdV) 1984/5 p. 2, ed. LDC
“Musica e Assemblea” (MeA) n. 61 del 1986, ed. Marietti
“Repertorio nazionale” (RN) n. 59, ed. LDC

Nelle Domeniche di Avvento, come in quelle del tempo natalizio, è sempre la Pasqua che le nostre assemblee sono chiamate a celebrare. Ecco perché non deve sembrarci strano che il grido “VIENI!”, così ben sottolineato dal testo e dalla veste melodica di questo inno, sia al centro di un contesto tipicamente pasquale. “Agnello; esilio; sangue; cuore aperto; nube di fuoco; Calvario; ecc.”. (Anzi, per certi versi addirittura catecumenale-quaresimale: “cieco nato; acqua viva; Battesimo”). Non mancano tuttavia elementi tipici dell’Avvento: “Luce alta sul mondo; dono a noi del Padre; fiamma violenta, che dai fuoco all’universo…”.

3. Terra promessa

Parole: Gianfranco Poma
Musica: Louis Bourgeois (1551) – Salterio di Ginevra (1565)
Da: “Lodate Dio” (LD) n. 820, ed. Carrara
“Armonia di Voci” (AdV) 1976/6 p. 4, ed. LDC
“Musica e Assemblea” (MeA) n. 22-23 del 1978, ed. Dehoniane
Su MeA è disponibile un accompagnamento semplificato realizzato da F. Rainoldi

È la preghiera di chi, camminando nella fatica e nella povertà, sa di avere un compagno di viaggio cui nulla sfugge, la cui presenza appaga ogni desiderio più autentico e profondo. Lo sguardo è volto in avanti: a Dio anzitutto, nel cui cuore si getta con fiducia il passato, senza farne oggetto di contemplazione, quasi alla ricerca di un autoelogio, e neppure per trovarvi un motivo di sconforto. A Dio, la cui parola rassicurante è attesa con passione da chi vive una fede provata.